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lunedì 2 febbraio 2015

'Era tutta una presa in giro' garantisce Moratti!

In data odierna, al terzo piano del Tribunale di Milano, Massimo Moratti ha testimoniato (finalmente!) nel processo che vede Luciano Moggi imputato per diffamazione nei confronti di Giacinto Facchetti. Nel corso della trasmissione tv “Notti Magiche” del 25 ottobre 2010, rivolgendosi a Javier Zanetti, aveva affermato: "Quello che emerge dal processo di Napoli e che emergerà ancora: le telefonate del tuo ex presidente (Facchetti, ndr) che riguardano le griglie e la richiesta ad un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari, e l'arbitro era Bertini. Ci sono le telefonate intercettate sue, le telefonate di Moratti e la telefonata di imbarazzo di Bertini, i pedinamenti, le intercettazioni illegali e anche i passaporti falsi e quindi sta zitto Zanetti, è meglio per te ed è meglio per l'Inter".

Moratti, da quanto riportato dalle principali agenzie di stampa, ha affermato che le telefonate con gli allora designatori“erano telefonate di cortesia”, dove “si parlava di com'era andata la partita, se gli arbitri erano stati bravi. C'era da parte di Pairetto e Bergamo un atteggiamento di chi vuole mantenere una certa apertura e dialogo con tutte le società"Ha confermato incontri al di fuori delle sedi istituzionali"Ci siamo visti per i pranzi della Federazione e con Bergamo ci incontrammo anche a Forte dei Marmi, dopo il 5 maggio. Bergamo voleva far vedere che la Federazione non ce l'aveva con noi, che quello era stato un incidente". Alla domanda posta dalla difesa sulle visite agli arbitri prima e dopo la gara, ha risposto: “Ci andava anche qualcun'altro a trovare gli arbitri, non era una cosa proibita, ma un atto di cortesia. Le mie intenzioni non erano di sporcare il calcio, se questo e' il retropensiero della domanda. L'ho gia' detto, quelle telefonate mi volevano far credere ci fosse chissa' quale clima di simpatia, rispondevo perche' sono educato... Era tutta una presa in giro quella che mi faceva Bergamo, era una grande presa in giro a cui io ci stavo perché sono una persona cortese ….".

Insomma, se Moggi andava negli spogliatoi degli arbitri e telefonava ai designatori parlando di arbitri era per trarne ovviamente vantaggio. Se invece Moratti parlava con i designatori e andava negli spogliatoi era solo per una "forma di cortesia quasi obbligatoria" e senza che lui volesse trarne alcun vantaggio. Come mettere in dubbio le parole di una persona così cortese da aver voluto stringere la mano anche al suo nemico giurato?

Dalle parole dell’ex presidente interista qualcosa sembra però chiaro: l’unicità dei rapporti, piaccia o non piaccia ai grandi accusatori, è una grossa balla, come si era capito dal primo momento. 

E’ inoltre curioso il virgolettato in merito al 5 maggio: cosa vuol dire Moratti quando afferma che“Bergamo voleva far vedere che la Federazione non ce l'aveva con noi, che quello era stato un incidente”. Ricordiamo che l’Inter perse quella partita per 4-2 con la Lazio in modo clamoroso. Quale è stato l’incidente che doveva giustificargli Bergamo?

Ha testimoniato oggi anche Gennaro Mazzei, all’epoca vice di Pairetto e Bergamo, il quale ha ricordato una telefonata con Facchetti nella quale quest’ultimo “insisteva per mettere il n.1″, ossia “Collina”, per un match Inter-Juve.

Il 30 marzo, verrà ascoltato come testimone Massimo De Santis e dopo la requisitoria del pm Elio Ramondini sarà emessa la sentenza.

Su un aspetto concordiamo con Moratti: è tutta una presa in giro! 

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