Yanis Varoufakis con George Osborne (Reuters)
La difformità di vedute sul debito greco fra Unione europea e il nuovo governo Tsipras rappresenta «il maggior rischio per l'economia globale». È questo l’allarme lanciato dal ministro delle Finanze britannico, George Osborne, al termine dell'incontro a Londra con il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. Osborne ha riferito di aver richiamato Varoufakis ad «agire con senso di responsabilità, ma è anche importante - ha aggiunto - che l'area euro abbia piani migliori per crescita e lavoro. Si tratta di una minaccia crescente per l'economia britannica. E in Gran Bretagna come in Europa, dobbiamo assicurarci di scegliere la competenza invece del caos».
In generale il ministro britannico ha parlato di «discussioni costruttive» ma è il linguaggio della diplomazia. Lo stesso si era detto anche dopo il muro contro muro di venerdì scorso fra l’economista greco e il presidente dell’Eurogruppo, Dijsselbloem.
Varoufakis, secondo il Guardian, in tenuta da «discoteca»
Entrando a Downing Street verso le 11, mezzogiorno in Italia, Varoufakis ha salutato il collega davanti ai suoi uffici e alla residenza di Cameron in abbigliamento come d’abitudine informale, indossando una camicia blu elettrico, rigorosamente senza cravatta e fuori dai pantaloni, e un giaccone nero Barbour.
Non sono mancati i commenti all'insegna del sarcasmo d’Oltremanica. «Ecco George Osborne che chiacchiera con un frequentatore di discoteche al termine di una nottata brava. Anzi no aspettate un attimo: si tratta del ministro delle Finanze greco», ha scritto su Twitter il caporedattore Esteri del Guardian, David Byers.
Bond triennali di Atene altre quota 20%
Non è dato sapere se l’abbigliamento di Varoufakis abbia contribuito a rendere più drammatico l’allarme di Osborne. Certo è che i rendimenti sui titoli triennali greci, che si muovono in una direzione specularmente opposta al prezzo, hanno sfondato la soglia del 20 per cento.
Che cosa vuole la Grecia e cosa rischia
Atene vuole rinegoziare i termini del piano di aiuti che ha ottenuto negli anni scorsi da Ue e Fmi (si rifiuta di accettare l’ultima tranche da 7 miliardi) e che termina a fine mese dopo un’estensione di due mesi, accordata in concomitanza con le elezioni. Poi, entro l’estate vanno restituiti 11 miliardi al Fmi e 6 alla Bce. Ieri a Parigi, durante l’incontro tra Varoufakis e l’omologo francese Sapin, è emerso l'obiettivo greco di riscrivere un accordo complessivo con i creditori pubblici entro maggio anche se le condizioni sono da corsa contro il tempo: occorre fare presto e bene, infatti, anche per fermare la fuga dei capitali dalle banche (oltre 10 miliardi a gennaio, 4 miliardi a dicembre) e assicurarsi che l’Eurotower continui a fornire liquidità attraverso l'Ela (Emergency Liquidity Assistance). Senza il rispetto delle condizioni cui sono legati gli aiuti, il salvagente di Draghi non potrebbe essere usato per evitare il crollo delle banche e il default di Atene. Il prossimo consiglio direttivo della Bce, in programma mercoledì a Francoforte, dovrà decidere se prolungare il prestito di emergenza o no.
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