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lunedì 2 febbraio 2015

Dai diamanti un nuovo materiale per i computer del futuro


Tutte coloro che hanno ricevuto in dono, almeno una volta nella vita, un diamante hanno potuto constare in prima persona l'assunto che prevede l'eternità della pietra in questione, spesso destinata a sopravvivere all'amore che ha prodotto il graditissimo omaggio.
Coloro che invece si sono dovuti accontentare di ricevere in regalo un moderno computer, si saranno senz'altro accorti, al contrario, di quanto un hard disk non sia affatto eterno e di quanto il campo delle innovazioni possibili in ambito di memoria virtuale appaia ancora sterminato, sia da un punto di vista legato all'efficienza, sia su un versante connesso con i materiali da impiegare.

Con l'intento di unire il “per sempre” dei diamanti con il “per poco” dei computers, ha da poco preso il via un avveniristico progetto finanziato dalla Commissione Europea e denominato Diadems (DIAmond Devices Enabled Metrology and Sensing) che mira alla creazione di un nuovo materiale da impiegare per poter potenziare le attuali prestazioni di numerosi dispositivi, super compuetrs ovviamente inclusi.
Sfruttando alcuni assunti della meccanica quantistica, i ricercatori europei sono infatti riusciti ad alterare la struttura chimica dei diamanti (sostituendo un atomo di carbonio con uno di azoto) con l'intento di dar vita ad un materiale sintetico da impiegare nella costruzione di magnetometri ad alta densità, utili all'ideazionedi dispositivi tecnologici ad elevate prestazioni.
Oltre a sopperire alle evidenti carenze di memoria presenti negli attuali computer e al ricorso all'anacronistica puntina che incide il disco fisso, l'impiego del materiale super-versatile ottenuto dai diamanti consente di elevare le prestazioni dei dispositivi computerizzati grazie alla possibilità di creare sensori minuscoli in grado di monitorare le attività prodotte dai macchinari con un livello di precisione finora nemmeno immaginabile.
Tradotto su un versante squisitamente pratico, il poter fare affidamento su nano-sensori talmente piccoli da poter rilevare la presenza di attività neurale tra due cellule, significa dare vita a computer dotati di un livello di precisione e sensibilità enormemente superiori a quelli attuali che basano il loro funzionamento su sensori molto più grandi e meno accurati, seppur minuscoli in senso assoluto.
Oltre ad estendere le possibilità umane in ambito informatico, le gemme sintetiche realizzate a partire dai diamanti potrebbero godere di proprietà in grado di implementare l'ambito di ricerca relativo alle malattie neruodegnerative, dal momento che la possibilità di valutare la risposta di ogni singolo neurone ad una determinata terapia fornirebbe indicazioni molto più accurate riguardo alla risposta del nostro organismo di fronte ad una cura.
Pare dunque che le tecnologie del futuro passino attraverso una rielaborazione di quello che è considerato per antonomasia come il simbolo dell'eternità, anche se agli occhi di tutte coloro che hanno avuto la fortuna di ricevere un diamante in dono, tutto questo potrebbe persino apparire alla stregua di uno spreco o di un sacrilegio.

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