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sabato 25 ottobre 2014

Inbox, così Google rivoluziona le email

Inbox, così Google rivoluziona le email
La posta elettronica si trasforma in un’assistente personale che organizza i messaggi per argomenti e li aggiorna con le ultime informazioni. L’applicazione è disponibile su telefono e computer, ma per ora solo su invito



Ogni azione comporta una reazione: e spesso è una mail. Per mail la banca invia conferma di un pagamento, per mail risponde il servizio clienti di un’azienda, per mail Facebook e Twitter avvertono di nuove interazioni.  Poi ci sono le offerte speciali, le mailing list, l’infinita varietà dello spam. Sepolti tra tanti bit inutili, ci sono però anche messaggi importanti. E ora Google prova a riportarli al centro dell’attenzione con Inbox, un sito (solo per Chrome) e un’app (per iOS e Android) nati per «aiutare gli utenti a organizzare la loro email, mettendone in evidenza le parti più importanti: numeri di telefono, immagini o status di volo», come spiega l’azienda in un post del blog ufficiale.      

Inbox è anche un’assistente personale che segnala quando le mail contengono foto o video (non con un’icona, ma con un’anteprima), le divide per argomenti, mette da parte le pubblicità, sposta in alto quelle più urgenti. Di più: riprendendo alcune funzioni di Google Now, se la mail arriva da un’agenzia e contiene ad esempio i dettagli di un volo, Inbox cerca da solo lo status e lo mostra in tempo reale, per avvisare di eventuali ritardi; se si tratta di un ordine su un negozio online, automaticamente verrà mostrato il tracciamento del pacco.

Per Google la priorità non è cancellare le mail ma anzi conservarle, così Inbox può raccogliere informazioni sempre più precise per personalizzare il servizio: la casella di posta diventa il luogo in cui tenere traccia delle propria vita quodiana. Per questo ora c’è un’area chiamata Promemoria dove segnare le cose da fare, come ad esempio andare in lavanderia a ritirare un abito o ricordare di acquistare i biglietti per un concerto: al momento opportuno arriverà una notifica nel browser o sullo smartphone. E c’è anche la comoda funzione Posticipa, per tornare ad accumulare cose non fatte.

La grafica è essenziale e molto curata, il funzionamento piuttosto intuitivo. Ma è chiaro che Inbox è pensata in primo luogo per uno smartphone, magari con lo schermo particolarmente ampio come l’iPhone 6 Plus o l’ultimo nato di Google, il Nexus 6. La mail così com’è esiste da trent’anni ormai, e il modello di interfaccia è cambiato relativamente poco: ora Inbox la trasforma in un’esperienza interattiva e sempre diversa (addirittura, il promemoria si può impostare perché funzioni anche con il luogo, e al supermercato ricorderà di comprare il latte). Peccato che le funzioni avanzate di Inbox siano per ora riservate a chi ha un invito; si può scrivere a   inbox@google.com  per richiederlo o sperare di averne uno da chi a sua volta lo ha ricevuto.

E in ogni caso, Gmail continuerà a esistere. «Inbox è stato pensato dalle stesse persone che vi hanno portato Gmail, ma non è Gmail: si tratta di un tipo completamente diverso di posta in arrivo, progettato per concentrarsi su ciò che conta davvero» scrive sul blog Sundar Pichai, senior vice president di Google. Inbox non è forse una rivoluzione, ma certo è un passo avanti notevole per la posta elettronica, proprio come la prima versione di Gmail. Per questo, nonostante le chat e la messaggistica istantanea, la notizia della morte delle mail appare ampiamente esagerata.