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sabato 2 maggio 2015

Dragon Ball Super…La saga continua, finalmente!

La conferma è arrivata. Dopo 18 anni dall’ultimo episodio di Dragon Ball, la Toei Animation ha deciso di produrre una nuova serie legata ad una delle saghe più amate al mondo.

Drago Ball Super debutterà sulla tv giapponese a luglio di questo anno. La nuova serie è stata supervisionata da Akira Toriyama, creatore originale di Dragon Ball, e prodotta con la Fuji Television. Super, questo il nome della nuova serie, non sarà un seguito di GT, ma di Z e infatti riprenderà immediatamente dopo l’epica battaglia contro Majin Bu.

Al momento della presentazione ufficiale Osamu Nozaki, producer per la televisione nipponica, ha affermato “Dopo aver amato Dragon Ball fin dall’infanzia, è molto eccitante essere parte di questo progetto, il signor Toriyama ha sviluppato una trama che non è solo un sogno che diventa realtà per milioni di fan di Dragon Ball, ma che favorirà una nuova generazione di spettatori”, mentre Atsushi Kido, producer per la Toei Animation ha dichiarato “Quando sono entrato in Toei Animation, uno dei miei primi incarichi mi ha visto lavorare alla produzione di Dragon Ball Z solo per un breve periodo di tempo, ma sentirsi parte della serie mi ha lasciato un ricordo indelebile. Non vediamo l’ora di portare avanti l’enorme eredità della serie, dando al pubblico un nuovissimo Dragon Ball con lo stesso cuore ed impegno che ci sono stati nelle passate produzioni”. Infine ha espresso il suo entusiasmo anche Masako Nozawa, voce giapponese di Goku, Gohan e Goten “Ho usato la parola cho, super, in tanti spot pubblicitari, giochi e altri media ed è fantastico che il tanto atteso Dragon Ball Super finalmente inizi, mi auguro che questa serie durerà a lungo e che abbia lo stesso impatto in tutto il mondo come il suo predecessore”.

Infatti, da quando fu presentato alla Weekly Shonen Jump, nel 1984, Dragon Ball è diventato un brand mondiale. I suoi episodi sono stati trasmessi in oltre 70 nazioni, con più di 230 milioni di fumetti venduti. Questi numeri fanno della serie una delle più conosciute di tutti i tempi.

Quindi non resta che aspettare che la serie inizi ed arrivi anche in Europa.

Expo: pm indagano per devastazione

(ANSA) – MILANO, 2 MAG – L’ipotesi di reato al centrodell’inchiesta della Procura di Milano, che dovrà accertare leresponsabilità per i violenti disordini durante il corteo diieri nel capoluogo lombardo, è quella di “devastazione”, cheprevede pene fino a 15 anni di carcere. Ieri, intanto, sonostate arrestate 5 persone in flagranza per resistenza, lesioni ealtri reati.

Scempio NoExpo a Milano, si indaga per devastazione. Alfano: evitato il peggio

Alla mattina le celebrazioni per l'inaugurazione di Expo 2015, al pomeriggio la rabbia dei No Expo, o meglio di una frangia violenta dei contestatori dell'Esposizione universale, che hanno rovinato la festa per l'apertura della manifestazione. Qualcuno indossa maschere antigas, qualcun altro preferisce quella di Anonymous. Esplode il caos; auto e cassonetti a fuoco, molotov, sassaiole contro le forze dell'ordine, vetrine distrutte e banche prese d'assalto. L'ipotesi di reato al centro dell'inchiesta della Procura di Milano, che dovrà accertare le responsabilità per i violenti disordini di ieri, è quella di «devastazione», che prevede pene fino a 15 anni di carcere. Arrestate 5 persone in flagranza per resistenza, lesioni e altri reati.

Due ore abbondanti di guerriglia urbana, alla quale la polizia ha risposto con il lancio di 400 lacrimogeni, un numero che da solo fotografa i disordini. «Un grande grazie alle forze dell'ordine e a tutto il sistema della sicurezza milanese: dal prefetto al questore e a tutti quelli che hanno cooperato. Hanno evitato il peggio con intelligenza e fermezza» ha commentato in serata il ministro dell'interno Angelino Alfano. «La tattica di ordine pubblico adottata a Milano - ha spiegato il ministro - ha infatti evitato il peggio. La giornata inaugurale di Expo non è stata macchiata dal sangue né dei manifestanti né delle forze dell'ordine. E adesso massima durezza contro questi farabutti col cappuccio».

La Questura ha interpretato con grande lucidità gli avvenimenti, da un lato usato i lacrimogeni per tenere a distanza i manifestanti evitando il più possibile il contatto e le cariche, ma dall'altro non si è fatta «sviare», per usare le parole del questore, Luigi Savina, dal tentativo di far sparpagliare le forze dell'ordine per poi approfittare di un varco verso il centro lasciato incustodito. L'obbiettivo dei black-bloc, infatti, era di portare la devastazione in Duomo, o all'Expo Gate, e per questo motivo lo schieramento di polizia e carabinieri, già imponente, si era concentrato non tanto davanti e dietro al lunghissimo corteo, molto partecipato, ma nelle vie che potevano condurre verso il centro.

Il primo confronto si è avuto in piazza Resistenza Partigiana, un varco chiuso perfino con alte reti di ferro, camioncini, molti agenti, e difeso con gli idranti. Poi in largo D'Ancona, dove i tafferugli sono durati a lungo, spostandosi verso Cadorna, nei pressi della basilica di Santa Maria delle Grazie - uno dei simboli di Milano - e poi Conciliazione. Due ore interminabili, che hanno lasciato dietro di sè decine di auto bruciate, barricate, gente spaventata, e molte persone con irritazioni alla gola per l'uso dei lacrimogeni. Prime fra tutte quelle che si trovavano nella seconda parte del corteo, che hanno dovuto interrompere il cammino in via Carducci, ormai impraticabile per l'aria resa irrespirabile da fumogeni, lacrimogeni e il fumo nero delle auto incendiate.

Ad un certo punto i 'blocchi nerì hanno cominciato a cambiarsi in massa, mischiati in mezzo ad altri compagni di corteo. Sull'asfalto di alcune strade, alla fine, sono rimaste decine di tute, felpe, magliette, ovviamente nere, e ogni genere di accessorio del teppista, come ginocchiere, bombe carta, occhiali protettivi, kit per lenire l'irritazione agli occhi da lacrimogeni, passamontagna, perfino maschere antigas.

«In momenti come questi bisogna evitare di perdere il controllo della situazione ma occorre tenere grande saldezza di posizione» ha dichiarato il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca che ha convocato per domani il Comitato per l'ordine e la sicurezza per fare il punto sui disordini di oggi. Alla fine il bilancio dei numeri è di 11 feriti tra le forze dell'ordine e di 10 antagonisti accompagnati in questura (uno è stato fermato in flagranza da due agenti in borghese in mezzo ai tafferugli). Ma la ferita alla città, in quello che doveva essere un giorno di lustro e orgoglio, è ben più grave della ferita fisica lasciata lungo i marciapiedi.