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sabato 31 gennaio 2015

Galaxy S6 senza Snapdragon 810 Arriva Conferma di Entrambi

Qualcomm conferma di aver perso un grande cliente. Il suo nome non è noto, ma tutti gli indizi portano a Samsung. Il Galaxy S6 integrerà un chip Exynos.



Integrerà quindi un processore Exynos 7 Octa. I chip Exynos, prodotti dalla stessa Samsung, sono stati finora utilizzati solo in Corea del Sud. Questa volta dovrebbero trovare posto anche negli smartphone venduti in Europa e Stati Uniti.

Samsung Galaxy S6 FOTO TOP SECRET

Immagini tridimensionali e foto in esclusiva, impazzano nella rete per il nuovo Samsung Galaxy S6. La casa coreana presenterà il nuovo modello dal 2 al 5 Marzo 2015 in occasione del ‘MWC‘ di Barcellona. Con il lancio dell’innovativo S6, l’azienda punta a risalire la china del mercato tecnologico internazionale.


La nuova creatura di Samsung, avrà un processore Snapdragon 810 e sarà gestito da Android Lollipop, lo schermo avrà un’ampiezza da 51 pollici e una memoria RAM da 3 GB. Da alcune indiscrezioni, sembrerebbe che verrà presentato in due diverse versioni, la prima con unibody in alluminio e la seconda con una scocca removibile in plastica. Per quanto riguarda la seconda versione, sembra che debba uno schermo edge, ma ancora non è chiaro se sarà curvo in entrambe i lati oppure soltanto su uno. Una delle sue particolarità, sarà il riconoscimento delle impronte oltre ad avere una ricarica wireless molto veloce (4 ore di autonomia con soli dieci minuti di ricarica). Il suo costo sarà evidentemente molto elevato, si parla di un prezzo che si aggira intorno ai 700 euro.
Per quanto riguarda la batteria, ne comprenderà una di 2550 mAH, ma questo naturalmente è da verificare. Dalle notizie sino ad ora a disposizione, si presume che la versione sarà unica, almeno per il momento, forse è prevista anche una versione impermeabile, utile per le vacanze al mare.

Foto segrete, foto top secret 

giovedì 29 gennaio 2015

Bill Gates: «Sono preoccupato per l’intelligenza artificiale»

Il fondatore di Microsoft su Reddit risponde alle domande dei lettori: «Non capisco chi non si cura dell’evoluzione di questa tecnologia»




Dopo l’astrofisico Stephen Hawking e l’imprenditore Elon Musk, anche Bill Gates esprime preoccupazione per l’intelligenza artificiale. «Sono tra quelli preoccupati per la super intelligenza», ha detto il fondatore di Microsoft partecipando a una sessione di «Ask Me Anything» («chiedetemi tutto»), sul sito Reddit. Rispondendo agli utenti, Gates ha anche ammesso di sentirsi «abbastanza stupido» per non aver mai imparato lingue straniere. 

«All’inizio le macchine faranno molto lavoro per noi e non saranno super intelligenti. Questo sarà positivo se ben gestito», ha osservato Gates in merito all’intelligenza artificiale. «Alcuni decenni più tardi, tuttavia, l’intelligenza sarà forte abbastanza da diventare una preoccupazione». 

Recentemente Hawking aveva dichiarato alla Bbc che «lo sviluppo di una piena intelligenza artificiale potrebbe segnare la fine della razza umana», mentre in un post su Twitter dell’agosto scorso Musk aveva definito l’intelligenza artificiale «potenzialmente più pericolosa delle armi nucleari». 

Sulle lingue, «mi sento abbastanza stupido per il fatto di non conoscere alcuna lingua straniera», ha affermato Gates. «Ho scelto Latino e Greco al liceo e andavo molto bene. Credo che mi abbia aiutato ad arricchire il vocabolario, ma vorrei conoscere il francese, l’arabo o il cinese», ha ammesso, riconoscendo invece i meriti di Mark Zuckerberg: «Ha imparato il Mandarino e ha fatto una sessione di domande e risposte con gli studenti cinesi. È incredibile».  

L’allarme di Hawking: l’intelligenza artificiale minaccia il genere umano

La previsione del fisico britannico in un’intervista alla Bbc. Ma il sorpasso non è imminente: «Credo che rimarremo in controllo della tecnologia per un tempo decentemente lungo»


Lo sviluppo di tecnologia sempre più sofisticata in materia di intelligenza artificiale potrebbe ad un certo punto surclassare il genere umano. Ne è convinto lo scienziato Stephen Hawking. 

Il fisico britannico ha sottolineato, in un’intervista alla Bbc , come «Lo sviluppo di una piena intelligenza artificiale possa innescare la fine del genere umano». In un simile scenario «gli umani - ha continuato- che sono limitati da una lenta evoluzione biologica, non potrebbero più competere e sarebbero soppiantati». 

Una minaccia che però lo stesso Hawking non vede come imminente: «Credo che rimarremo in controllo della tecnologia per un tempo decentemente lungo e che intanto verrà realizzato il potenziale che (l’intelligenza artificiale) presenta nella soluzione di molti problemi». 

Samsung utili calati nel 2014

Samsung ha pubblicato il suo rapporto dei guadagni relativo al trimestre terminato a Dicembre 2014 (Q4 2014). Il colosso coreano ha registrato un utile operativo di 5.29 trillioni di won (circa 4,87 miliardi di dollari) da 52.73 trillioni di won (48,6 miliardi di dollari) di entrate.

I risultati mostrano una diminuzione rispetto allo stesso periodo di un anno fa di oltre un terzo. Samsung ha registrato un utile operativo di 8.3 trillioni di won lo scorso anno su un totale di 59.28 trillioni di won di entrate. L'utile netto della società è in calo su base annuale, ormai da quattro trimestri consecutivi.

La divisione mobile di Samsung ha registrato 26.29 trillioni di won su 1.96 trillioni di won di profitto nel trimestre di riferimento grazie alle importanti vendite del phablet Samsung galaxy note 4. Il risultato operativo è sceso di oltre il 60% da 5.47 trillioni di won (5,09 miliardi di dollari) di un anno fa.

La società si aspetta che il suo business Mobile crescerà per tutto il 2015, in particolare grazie alle vendite che il produttore prevede nei mercati emergenti come l'India e la Cina. L'ampliamento dei servizi 4G LTE a livello globale aiuterà anche la crescita di Samsung, secondo la società.

Samsung si concentrerà anche sulla realizzazione di telefoni con "nuovi materiali, design innovativo e caratteristiche differenziate" al fine di rendere i suoi dispositivi futuri capaci di distinguersi dalla concorrenza. Il produttore prevede che la serie Galaxy A, lanciata di recente, guiderà le vendite di smartphone della società nel corso del trimestre successivo al lancio del Samsung Galaxy S6.

Per quanto riguarda i Tablet, Samsung si concentrerà sia sui dispositivi di fascia più alta che sui dispositivi a prezzi accessibili. La società continuerà anche ad investire nel mercato dei dispositivi indossabili.

La divisione che si occupa della produzione di processori e RAM del produttore ha ottenuto buoni risultati nel corso del trimestre. Considerando i piani di Samsung di utilizzare più propri chip nei suoi prodotti futuri, le aspettative sono una crescita dei profitti per questa divisione.

Ricordiamo che Samsung è attesa al Mobile World Congress a marzo per svelare lo smartphone Galaxy S6.Lo smartphone, secondo le previsioni, sarà caratterizzato da 4 GB o 3 GB di RAM, chipset Exynos 7420 (o una versione modificata del chip Qualcomm Snapdragon 810), schermo QHD da 5,5 pollici (risoluzione 1440 × 2560 pixel), fotocamera principale da 20 megapixel, e fotocamera frontale da 5 megapixel.

Samsung ha cercato di rafforzare il proprio business mobile con l'introduzione di nuovi modelli di telefono e dispositivi meno costosi con specifiche migliori. Ha lanciato portatili in metallo - la serie Galaxy A - oltre a nuovi in plastica, e questo mese ha iniziato a vendere il primo telefono basato sul suo sistema operativo Tizen in India, Samsung Z1. La società ha anche detto che prevede di ridurre il numero di modelli di smartphone che produce quest'anno del 25 per cento al 30 per cento. Questi sforzi non hanno ancora dato frutti, mentre i produttori rivali hanno continuato a guadagnare.

martedì 27 gennaio 2015

Svolta per Apple: vende più iPhone in Cina che negli Usa

Secondo gli analisti, nell'ultimo trimestre dell'anno si è registrata la clamorosa inversione: ci sarebbero 2 milioni di pezzi di differenza tra le vendite asiatiche e quelle domestiche. Cupertino, a differenza di Samsung, è riuscita a costruirsi una posizione in un mercato dominato dal low-cost

La rotazione dell'asse economico terrestre verso Est non è certo una novità degli ultimi giorni, ma ci sono momenti per certi versi 'storici' di questo spostamento di potere. Uno deci simboli della modernità, del consumismo e di un certo tipo di impresa industriale è senza dubbio l'iPhone. Ebbene, secondo gli analisti questa settimana Apple annuncerà che per la prima volta nella sua storia ne ha venduti più in Cina che negli Stati Uniti.

Secondo la ricostruzione del Financial Times, la svolta è stata sostenuta dalla partnership del colosso di Cupertino con China Mobile, il maggior operatore telefonico del Paese asiatico, e soprattutto dopo il rilascio - nello scorso ottobre - dei nuovi iPhone 6 per il mercato cinese.

A differenza di quanto avvenuto per Samsung, che ha perso notevoli quote di mercato in Cina pagando la concorrenza della locale Xiaomi, Apple sembra dunque aver imboccato la via giusta. Il numero uno di Cupertino, Tim Cook, già nel 2013 aveva dichiarato di aspettarsi che la Cina sarebbe diventata la maggiore fonte di ricavi per la società americana, scalzando proprio gli Usa. Quanto al device, l'iPhone conta per oltre la metà delle vendite di Apple e per una quota ancora maggiore dei suoi profitti.

Secondo gli analisti di Ubs, nell'ultimo trimestre la Cina ha pesato per il 36% delle consegne di iPhone, contro il 24% accreditato agli Stati Uniti. Nello stesso periodo dell'anno precedente la proporzione era diversa: il 29% delle vendite negli States e il 22% a Pechino. In valore assoluto, Ben Bajarin, analista di Creative Strategies, spiega all'Ft che la differenza negli ultimi tre mesi tra le vendite Usa e in Cina dovrebbe essere di 2 milioni di pezzi, a favore di quest'ultima. Alla luce di questi numeri, Cupertino non deve cedere a facili entusiasmi: in Cina ha ottime potenzialità, ma il mercato asiatico resta dominato dai prodotti low-cost.

Huawei P8 verso il lancio: sfida al Samsung Galaxy Note 4 e all’LG G3

Non avremo modo di conoscerlo in occasione del prossimo Mobile World Congress di Barcellona, in programma tra poco più di un mese a Barcellona, ma proprio in queste ore stanno già trapelando le prime informazioni relative al cosiddetto Huawei P8, modello che si preannuncia molto interessante, visto le probabili caratteristiche che avremo modo di associare al device a detta del giornalista Erdi Özüağ, che lavora per il sito turco Donanimhaber.com.
Le sue specifiche sono incomplete e ufficiose, ma la fonte parla con una certa decisione di unoschermo da 5.2 pollici FHD, Kirin 930 64bit, ben supportato da 3 GB RAM e da una fotocamera in grado comunque di giocarsela con gli altri top di gamma, visto che parliamo di 13 megapixel. Il sito ci parla poi di una batteria da 2600 mAH e della dotazione iniziale del sistema operativo Android Lollipop 5.0.

Samsung sarebbe ancora interessata ad acquistare BlackBerry



Sarebbe ancora in piedi, nonostante le smentite, il corteggiamento di BlackBerry da parte di Samsung. Il quotidiano canadese The Financial Post, con fonti probabilmente vicine all’azienda di Waterloo, avrebbe visionato i documenti di una banca di investimento americana - forse l’advisor dell’operazione - che delineano i dettagli di una possibile acquisizione. Il colosso tecnologico coreano, secondo indiscrezioni circolate la scorsa settimana, sarebbe pronta a investire 7,5 miliardi di dollari. Punta soprattutto ai brevetti su sicurezza e settore business in mano all’azienda produttrice dello smartphone che per anni è stato il preferito di manager e leader politici. 

«L’operazione sarebbe ancora aperta», spiega al Financial Post una fonte che chiede di rimanere anonima. Il quotidiano finanziario è riuscito a visionare il documento realizzato nell’ultimo trimestre 2014 da Evercore Partners, banca di investimento con sede a New York. Secondo il rapporto la valutazione offerta da Samsung per Blackberry sarebbe fra i 13.35 e i 15.49 dollari per azione, per una valutazione complessiva dell’azienda fra i 7 e gli 8 miliardi di dollari. 

Cifre non lontane da quelle circolate la scorsa settimana a cui sono seguite smentite delle due aziende. Samsung ha definito le voci «prive di fondamento», mentre BlackBerry ha detto di «non essere impegnata in discussioni su una possibile offerta di acquisizione». E lunedì scorso Shin Jong-Kyun, co-Ceo di Samsung, ha spiegato al Wall Street Journal che l’azienda è interessata in una partnership con BlackBerry, non in una acquisizione. 

L’operazione, tuttavia, converrebbe a entrambe le società: Samsung nell’ultimo anno ha perso terreno sul fronte smartphone rispetto all’iPhone della rivale Apple; BlackBerry è lontana dai fasti del passato, due anni fa ha sfiorato la bancarotta. Secondo il documento di Evercore Partners, grazie a questo accordo l’azienda canadese nei prossimi tre anni potrebbe triplicare il suo fatturato software passando dai 235 milioni di dollari del 2014 ai 635 del 2017. 

Nel mirino dell’azienda coreana ci sarebbero i brevetti di BlackBerry che sono circa 44mila, un enorme know-how che va dalla sicurezza dei dati alla gestione del pacchetto mobilità per aziende e manager. Un settore dove la concorrente Apple ha già investito, stringendo alleanze con Ibm.  

Vendite iPhone 6: Apple supererà Samsung?

In attesa dei risultati fiscali di questa sera, gli analisti non hanno molti dubbi: il successo di iPhone 6 avvicinerà lo share Apple a quello Samsung.


Nuova sfida tra Apple e Samsung, questa volta giocata sul mercato. È quanto emerge nelle ultime ore dall’analisi dei possibili risultati di Cupertino nell’ultimo quarto, con una vendita forse record di iPhone 6 eiPhone 6 Plus. Alcuni esperti avvertono: la mela morsicata potrebbe minacciare, o addirittura superare, la prima posizione occupata dal rivale sudcoreano.
Lo si sostiene ormai da mesi: i nuovi iPhone 6 sono un grande successo commerciale, probabilmente gli smartphone a marchio mela più venduti di sempre. Così, in attesa dei dati ufficiali da Cupertino, gli analisti di borsa si lanciano in previsioni e ipotesi. E il Wall Street Journal avverte: se Apple riuscirà a raggiungere la cifra di 66.5 milioni di unità, riuscirà a intaccare la leadership che Samsung detiene dal 2011 come produttore più gettonato sul mercato.
Stando a una nota rilasciata dalla società di ricerca Canalys, la rapida crescita di iPhone 6 sarebbe corrisposta a un calo delle vendite degli smartphone del rivale:
Lo share di Samsung è caduto, ferito dalle vendite poco brillanti dei modelli di punta e dalla crescita delle marche autoctone nei mercati emergenti. Nel terzo quarto, Samsung ha consegnato 78 milioni di smartphone, circa il 25% del mercato, in ribasso del 34% dello scorso anno.
I risultati fiscali del Q1 Apple, un trimestre che l’azienda californiana fa corrispondere con il periodo natalizio, verranno presentati in tarda serata nella consueta conference con gli investitori. Le aspettative sono molto alte per il colosso statunitense, anche se la soglia di 66 milioni prevista potrebbe essere impegnativa. Con molta probabilità il sorpassodel concorrente sudcoreano non ci sarà, ma il gap fra le due aziende si restringerà sensibilmente, così come non accadeva da oltre quattro anni a questa parte. Cupertino ha intrapreso la strada giusta: soddisfare i clienti con la richiesta di schermi più grandi, senza snaturare la familiarità e l’abitudine a iOS.

Samsung registra i nomi di quattro nuovi dispositivi: J3, J5, J7 ed E3. Saranno tutti di fascia bassa?

I laborati di ricerca e sviluppo del colosso coreano Samsung hanno presentato la domanda di registrazione di quattro nuovi terminal con sistema operativo Android che andranno a completare alcune delle gamme già esistenti ed inaugurarne di nuove. È il caso dei primi, Galaxy J3, Galaxy J5 e Galaxy J7, che andranno a caratterizzare una serie che potrebbe essere a solo appannaggio degli utenti asiatici, attraverso la quale assicurare agli utenti terminali dalla discreta dotazione hardware offerta a prezzi competitivi.


Non è ancora chiaro quale sarà il design di questi smartphone che potrebbero differenziarsi tra loro esclusivamente per la diagonale dello schermo, suggerita dagli stessi nomi commerciali, e probabilmente anche per il processore che gestirà i pannelli che avranno anche risoluzioni differenti. Secondo i più informati la scocca potrebbe essere molto simile a quello in alluminio dei nuovi Galaxy A che tanto piacciono agli utenti Italiani nonostante delle performance non all'altezza con quelle dei più recenti dispositivi presentati.

A questi, secondo i documenti presentati all'agenzia di commercio United States Patent and Trademark Office, si aggiungerebbe anche un inedito Samsung Galaxy E3 che completerebbe la serie lanciata in estremo oriente. Seguendo la nomenclatura assegnata dagli ingegneri del brand, è probabile che si tratti di uno smartphone entry level voluto per assecondare esclusivamente esigenze multimediali a basso costo, con una dotazione hardware che non andrà oltre lo schermo HD ed il processore Dual Core con 1 GB di RAM.

Rimandare l’aggiornamento Samsung Galaxy S5 conviene: punti deboli di Lollipop

Prenditi il tuo tempo ed aspetta prima di aggiornare a colpo sicuro



Android Lollipop su Samsung Galaxy S5? Un binomio questo alquanto intrigante, che i possessori aspettavano praticamente da mesi. Convinto, però, che sia giusto aggiornare a colpo sicuro? I vantaggi di installare una major-release appena rilasciata sono evidenti (nuova grafica, funzionalità inedite, etc.), ma non mancano anche gli inconvenienti. Proviamo a capire quello che più pesano sull’operazione.
Probabilmente rimandare l’aggiornamento non è una decisione da scartare a priori. Ecco spiegati i moviti. Innanzitutto i bug di sistema, che di certo non si sono fatti attendere. Solitamente ci si aspetta che un upgrade importante apporti degli aggiusti, così da andare a risolvere i problemi delle precedenti release, ma così sempre non è. Molto spesso, infatti, sono proprio gli aggiornamenti importanti ad introdurre nuovi disturbi, legati ai profondi cambiamenti apportati da Big G, ed anche dal produttore stesso.

Allo stesso tempo, molte delle applicazioni preesistenti all’upgrade potrebbero non essere ancora state rese compatibili con l’ultima versione software. Potresti, dunque, ritrovarti a bordo del tuo Samsung Galaxhy S5 privo della tua applicazione preferita, o dinanzi a consumi anomali ed ingiustificati.

Il mistero del Galaxy S6 e dello Snapdragon 810

Rischia di trasformarsi nel tormentone che caratterizzerà l'attesa per il Mobile World Congress 2015, ma soprattutto la dice lunga su quanto esasperata sia la competizione in questo settore: report e rumors sulla presenza del SoC Qualcomm Snapdragon 810 nel prossimo Samsung Galaxy S6  continuano a succedersi e contraddirsi sulla stampa di mezzo mondo, tutti basati sulle indiscrezioni dei soliti anonimi bene informati. Il quadro che dipingono è sempre più intricato, ma per i consumatori non c'è troppo da preoccuparsi: in ogni caso cascherebbero in piedi.


L'esordio dello Snapdragon 810 non è stato privo di qualche incertezza, smentita da Qualcomm che già a fine 2014 chiariva che lo sviluppo e la produzione del chip erano perfettamente in linea con le previsioni e le aspettative. La settimana scorsa era stata LG, che lo Snapdragon 810 lo installa nel G Flex 2 che si accinge a entrare in commercio, a smentire ogni voce di problemi relativi a surriscaldamenti o rallentamenti del SoC. Tuttavia la faccenda non si è chiusa: ancora le voci anonime dicono che in effetti lo Snapdragon in questione qualche problema ce l'abbia, e che Qualcomm si sarebbe presa carico della faccenda e starebbe trovando una soluzione che soddisfi Samsung.
Leggi anche:  Fotocamera Samsung Galaxy S6

A questo punto le speculazioni si vanno facendo sempre più intricate. LG, secondo i media coreani, sarebbe pronta a fare causa a Qualcomm se davvero stesse elaborando una versione riveduta e corretta del suo chip per favorire Samsung. Non c'è alcun commento ufficiale di nessuna delle aziende coinvolte sulla questione, ma ciò nonostante questo continuo rincorrersi di informazioni parrebbe far pensare che sotto tutto questo fumo possa esserci almeno un po' di arrosto.

Ciò detto, tra le pieghe dei benchmark iniziano a trapelare i primi risultati relativi proprio allo Snapdragon 810: in particolare ci sarebbe questo chip dietro gli score Geekbench 3.0 attribuiti all'HTC One M9 di prossima uscita, a quanto pare equipaggiato da un octa-core da 1,55GHz che altri non sarebbe se non il SoC Qualcomm. Quest'ultimo fa registrare valori interessanti, alla pari o superiori agli attuali punti di riferimento della categoria. La sorpresa semmai è che lo stesso benchmark nelle stesse ore ha misurato anche le performance di un nuovo Exynos Samsung, con numeri altrettanto interessanti se non di più: insomma, se pure Samsung decidesse di abbandonare Snapdragon per seguire la via autarchica, gli acquirenti del Galaxy S6 non avranno nulla di cui preoccuparsi.

Lizard squad, Facebook down e gli “hacker” a pagamento

Il gruppo di criminali dopo Sony e Microsoft ha rivendicato un attacco smentito 
da Palo Alto. Una corsa alla pubblicità per vendere i propri “prodotti” e diventare famosi

Prima gli attacchi a Playstation Network e Xbox Live, poi al sito di Malaysia Airlines e, oggi, quello (presunto) a Facebook e altri servizi che fanno capo all’azienda di Mark Zuckerberg. Il gruppo di criminali informatici Lizard Squad sta rivendicando tutti i più devastanti e clamorosi attacchi degli ultimi tempi. Difficile capire le ragioni di questa rabbia digitale, senza contare che non è detto che si tratti davvero di Lizard Squad, ma dando un’occhiata alla sua escalation può arrivare qualche indizio. 

I primi attacchi
Le cronache raccontano che il primo attacco del gruppo sia riconducibile a quello avvenuto il 18 Agosto 2014, ai server, cioè i computer, che gestiscono il noto videogame League of Legends. L’attacco è un Distributed Denial of Service: si crea una grande quantità di connessioni contemporanee a un sito o un servizio online, fino a saturarne la capacità e, quindi, impedire l’accesso alle connessioni legittime. Un po’ come portare con una bisarca delle auto vuote in mezzo a una strada, fino a impedire il passaggio di quelle con conducente: per la strada si tratta sempre di auto, ma la realtà è che i veri guidatori rimangono bloccati. Questo genere di attacco è uno dei più diffusi ed efficaci, per chi vuole mettere ko un sistema online, ma perpetrarlo ai danni di grosse realtà, come appunto League of Legends (che al momento dell’attacco aveva una media di circa trenta milioni di giocatori al giorno) richiede delle notevoli risorse. Da questa considerazione, si è subito capito che Lizard Squad era un team organizzato e con quel tipo di risorse. Che poi queste fossero economiche, tecniche, o entrambe le cose, è tuttora al vaglio degli investigatori. Di sicuro, Lizard Squad è potente, e lo dimostra appena qualche giorno dopo, è il 24 Agosto, quando attacca niente poco di meno che il Playstation Network, cioè il sistema online di Sony. La dinamica è la stessa, sempre DDoS, ma l’obiettivo più ambizioso: una multinazionale, da sempre un po’ inviso a chi lotta per la libertà e contro il diritto d’autore. Il problema è che non si conoscono ancora i motivi della ferocia di Lizard Squad: davvero lottano secondo una qualche etica, o sotto sotto c’è qualcosa di più materiale? Non spiega perché, per esempio, il medesimo giorno d’estate, il gruppo annunci, su Twitter, che l’aeroplano con a bordo il presidente di Sony Online Entertainment, John Smedley, abbia al suo interno dell’esplosivo. L’aereo, in effetti, viene dirottato e fatto atterrare per il controlli del caso (risulterà privo di qualsiasi minaccia). Forse, da parte del gruppo è un test per vedere il grado di credibilità che ha guadagnato fino a quel momento. Visto il risultato, dal suo punto di vista, c’è di che gongolare. Il nome Lizard Squad inizia a diffondersi, ma il grosso deve ancora arrivare. 

Colpo a Destiny
Il 23 Novembre del 2014, chi ha tentato di giocare a Destiny, titolo di Activision legato a doppio filo all’online, si è ritrovato sbattuto fuori dai suoi server. Il motivo? Ancora una volta, una caterva di connessioni farlocche hanno impedito l’accesso autentico dei giocatori. E, ancora una volta, è stato Lizard Squad, tramite il suo account Twitter attraverso cui comunica in modo ufficiale, a rivendicare l’attacco. È interessante notare che il gioco è stato lanciato il 9 Settembre, quindi il gruppo di criminali ha avuto poco più di due mesi per organizzare l’attacco. Nel caso ce ne sia il bisogno, è la conferma delle capacità degli individui che compongono il team delle lucertole. 

Un dicembre molto attivo
La consacrazione, se così si può definire, arriva a dicembre. Il primo del mese, un attacco tutto sommato modesto, mirato, a Xbox Live, il sistema di gioco online di Microsoft. Coinvolge solo i videogiocatori del Nord Americana, ma Lizard Squad, sempre da Twitter, annuncia altri attacchi per il giorno di Natale. In realtà, si muove anche prima: l’indomani, il noto sito di trailer videoludici Machinima è colpito da “defacement”: l’homepage viene sostituita dal logo di Lizard Squad. 

Tocca alla Nordcorea
L’8 dicembre, invece, è di nuovo il turno del Playstation Network. Altro DDoS di qualche ora, tanto che, a metà mattina, Sony consiglia ai suoi utenti di riprovare a collegarsi. Il problema pare risolto, ma il team torna in azione il 22 Dicembre, mettendo ko le connessioni Internet della Corea del Nord. Non quelle di un servizio, ma di un intero Paese, che tornerà online solo il giorno dopo. È un attacco un po’ strano, per Lizard Squad (che lo rivendica ufficialmente), per una serie di ragioni. Innanzitutto la portata, enorme, molto più del solito. E poi l’obiettivo e le ragioni. Perché proprio la Corea del Nord? Per capirlo, occorre risalire al 24 Novembre, quando Sony Pictures, la divisione cinematografica di Sony, viene attaccata da un altro gruppo hacker. Non un DDoS, ma un vero e proprio furto di (molte) informazioni su attori, dipendenti e prossimi progetti, in risposta all’imminente uscita del film The Interview, che deride proprio il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Gli inquirenti, in particolare l’FBI, addossano la colpa alla Corea del Nord, tanto che Obama, un po’ alla leggera, punta il dito contro il Paese asiatico in una conferenza stampa del 21 Dicembre. E così, ecco che, il giorno dopo, entra in azione Lizard Squad. Il che, come dicevamo, è un po’ strano: se la Corea del Nord ha attaccato Sony, perché andarle contro? L’idea è che dietro gli attacchi di Lizard Squad non ci sia una strategia precisa. «Non credo che queste persone vogliano genuinamente essere coinvolte nella geopolitica», racconta Cole Stryker, autore di libri sulla cultura hacker. Secondo Stryker, Lizard Squad vuole, semplicemente, generare caos. 

La mediazione di Kim DotCom
Di sicuro, però, è un gruppo che mantiene le promesse: il giorno di Natale, sferra altri DDoS contro Playstation Network e Xbox Live, mettendoli offline a oltranza. Questa volta pare non esserci scampo, e i servizi rimangono inservibili fino al giorno dopo. Quando, all’improvviso, entra in scena Kim Dotcom, proprietario del servizio di condivisione file Mega e personaggio da sempre in lotta contro le multinazionali che hanno a cuore il diritto d’autore. Pare che il tedesco abbia contrattato il cessate il fuoco col gruppo di criminali offrendo, in cambio, una grossa quantità di abbonamenti al suo servizio, per il valore di qualche centinaio di migliaia di dollari. Il patto è chiaro: smettere di attaccare si servizi di Sony e Microsoft, altrimenti gli abbonamenti scadranno all’istante. È la prima volta che il “lavoro” di Lizard Squad mostra un risvolto economico. Dollari, o equivalenti, in cambio di uno stop. Non sarà l’unica volta. Anzi: il 31 Dicembre, il team lancia il suo servizio di DDoS a pagamento. Per sei dollari al mese, Lizard Stresser consente di mettere ko un sito per cento secondi. Pagando più, si arriva anche a più di otto ore di offline. 

Il Lizard Stresser
In quest’ottica, le azioni perpetrate da Lizard Squad sembrano mosse pubblicitarie per poi lanciare il potente strumento, ma l’idea è che Lizard Stresser sia una conseguenza. Un’idea commerciale nata in un secondo momento. Un modo per monetizzare il “successo” ottenuto fino a quel momento. Probabilmente, dietro al gruppo si nasconde una banda di ragazzi, sicuramente abili (ma oggi fare un DDoS non è poi così complesso…), che hanno voluto mettersi alla prova in barba all’etica hacker. Cybervandalismo puro che, dopo la generosa offerta di Kim Dotcom, si è trasformato in un’opportunità di business. Da qui alle prossime settimane, ne vedremo delle belle. Perché l’impressione è che adesso sia scattata la “fame di fama”. Una corsa matta e disperata a non smontare il mito di Lizard Squad. E, quindi, la necessità di effettuare nuovi, clamorosi, attacchi in fretta e furia. 

L’escalation continua...
Lizard Squad, ora, non può permettersi più piccoli attacchi: l’escalation impone livelli di potenza simili, o superiori, a quelli precedenti. Non ti aspetteresti mai che David Copperfield faccia sparire una sigaretta per poi farla ricomparire dietro il tuo orecchio. Ti aspetti che ti faccia sparire dal palco per poi farti ritrovare in cima all’Empire State Building. E in mancanza della possibilità di sferrare attacchi di una certa portata, o in attesa di perpetrarli, Lizard Squad si addosserà le responsabilità di qualsiasi incidente digitale di grossa entità. Il gruppo non è nuovo alle menzogne, come accaduto nel caso dell’aereo con a bordo il presidente di Sony Online Entertainment. Ecco spiegato perché difficilmente quanto successo a Facebook e servizi annessi, in queste ore, sia responsabilità di Lizard Squad. Si è trattato di un blocco globale, e scatenare un DDoS di simili dimensioni, a tutti o quasi i server di proprietà di Facebook, richiederebbe tutte le risorse di un almeno un paio di (ricche) nazioni messe insieme. Però a Lizard Squad fa comodo far passare l’attacco per suo, e questa corsa disperata alla celebrità porta il gruppo, paradossalmente, a essere più debole. 

...verso l’epilogo
E così ecco che il 15 Gennaio 2015 è stato trafugato il database coi dati degli utenti che hanno aderito a Lizard Stresser, rivelando che nickname e password erano memorizzati “in chiaro”, senza alcuna protezione. Ed ecco che cala anche l’attenzione all’anonimato, tanto che il 15 Gennaio la polizia britannica ha arrestato Jordan Lee-Bevan, quello che potrebbe essere uno dei componenti-chiave del gruppo. Queste dinamiche, ricordano da vicino quelle che hanno contraddistinto la vita di LulzSec, altro famoso gruppo di criminali informatici salito agli onori della cronaca poco prima di Lizard Squad. E poi smantellato dalla polizia grazie a una serie di errori dettati dalla fretta di agire sempre più spesso e in modo sempre più clamoroso. Per altro, il simbolo di LulzSec mostrava un monocolo, esattamente lo stesso utilizzato dalla lucertola che rappresenta Lizard Squad. Non sarebbe strano se l’epilogo fosse il medesimo

Twitter, arriva chat e video si postano direttamente



Proseguono gli sforzi di Twitter per andar oltre i 140 caratteri. Dopo la condivisione di tweet, privatamente, a più utenti, potenzia ancora la funzione Messaggi diretti, rendendola più simile a WhatsApp. Gli utenti del microblog dei cinguettii saranno ora in grado di mettere in piedi chat di gruppo private, fino a 20 persone. Altra novità della piattaforma, è il superamento di Vine: per allegare un video al tweet si potrà fare direttamente, senza passare da un collegamento esterno.
Entrambe le novità - annunciate direttamente da Twitter sul suo blog - verranno rese disponibili nei prossimi giorni, la funzione video sarà abilitata prima sulla piattaforme iOS di Apple, poi sulle altre. Per registrare e inserire un video in un tweet basterà cliccare sull'icona della macchina fotografica, come si fa di solito. Si potranno registrare diverse clip in una volta sola, fare il montaggio e infine pubblicare il video che potrà avere una durata massima di 30 secondi. Una funzione che indebolisce Vine, il servizio adottato nel 2013 da Twitter per permettere agli utenti di postare video.
Il social network ha introdotto a novembre la possibilità di condividere i tweet privatamente. Con la funzione chat nei messaggi diretti si spinge oltre, avvicinandosi non solo a WhatsApp ma anche a Facebook che ai messaggi privati ha dedicato l'app apposita Messenger. Gli invitati alla chat non devono necessariamente seguirsi l'un l'altro per partecipare alla conversazione. Per usarla basterà accedere a Twitter.com, o all'applicazione per iPhone e Android, andando nella sezione dei messaggi diretti.

Shoah, Merkel: "crimine contro l'umanità, non si può dimenticare"

70esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. 

La cancelliera tedesca ha voluto ricordare tutti i perseguitati dal nazionalismo, deportati e uccisi: "non si può dimenticare"




"Ricordiamo tutti i perseguitati dal nazionalsocialismo, deportati e uccisi, è un crimine contro l'umanità che non si può dimenticare" e "noi abbiamo la responsabilità di continuare a ricordare e mantenere la memoria di quello che è avvenuto". così la cancelliera tedesca, angela merkel, parlando in occasione del 70esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di auschwitz. la leader tedesca ha poi aggiunto che "è una vergogna che alcune persone in germania vengano ancora offese e attaccate solo perché di religione ebraica". ma la germania non tollera oggi nemmeno le "parole d'odio contro coloro che sono venuti a cercare protezione da noi", i richiedenti asilo. il parlamento tedesco domani ricorderà la liberazione di auschwitz con una cerimonia apposita. già oggi il presidente del bundestag, norbert lammert, e il presidente della repubblica federale, joachim gauck, hanno incontrato alcuni studenti insieme alla sopravvissuta marian turski, una giornalista polacca.

la ferocia nazista non colpì solo gli ebrei

Le altre vittime dell'olocausto 

Dai prigionieri di guerra uccisi dalla denutrizione sistematica a rom e sinti utilizzati come cavie umane da mengele. Le torture inflitte agli omosessuali e la tragedia dei figli dei pentecostali strappati alle famiglie fino alla sterilizzazione dei "bastardi della renania", i figli di soldati neri


Il grande "divoramento": l’olocausto di rom e sinti eliminazione fisica dell’uomo per mano di un altro uomo. la loro shoah, i rom, i sinti e gli jenisch (quelli che i nazisti chiamavano zingari bianchi) la chiamano porrajmos, “il grande divoramento”, in lingua romanì. un pagina di storia strappata, tanto che ancora oggi è difficile stabilire il numero delle vittime.

 Secondo ian hancock - massimo esperto e direttore del programma di studi rom presso l’università di austin, texas – potrebbero essere 500 mila, secondo altri studiosi meno della metà. Bambini e gemelli, cavie umane di mengele con il decreto di auschwitz, il 16 dicembre del 1942, himmler ordina di internare tutti gli zingari in una sezione separata del campo, lo zigeunerlager, dove vivevano in unità familiari, moglie e mariti insieme ai figli. Mengele li scelse come cavie umane predilette, i bambini e in particolare i gemelli: a molti di loro vennero inoculati germi e virus patogeni, altri vennero obbligati ad ingerire acqua salata fino alla morte. il campo fu attivo fino all’agosto del 1944, quando tutti gli internati “passarono per il camino”. la z davanti al numero sul braccio sul braccio, accanto al numero identificativo, portavano tatuata una z. come racconta in questo documentario giorgio bezzecchi, presidente nazionale dell’opera nomadi, i sopravvissuti faticano a parlare di questa shoah dimenticata. il cosiddetto omocausto si aprirono prestissimo, per omosessuali e transessuali, i cancelli dei campi di concentramento: i primi vennero internati nel 1933 a fuhlsbutte, nel 1934 arrivarono a dachau e a sachsenhausen. centinaia furono deportati in occasione delle olimpiadi di berlino del 1936. costretti a portare cucito sulla divisa un triangolo rosa, umiliati e sottoposti ad esperimenti pseudoscientifici letali, nel 60% dei casi non riuscirono a sopravvivere. a morire del campi furono 7 mila persone, quasi tutte di nazionalità tedesca. la denuncia di pierre seel: vidi il mio compagno sbranato dai cani quando le truppe alleate sfondarono i cancelli di auschwitz e degli altri lager, molti omosessuali, sopraffatti dalle umiliazioni subite e temendo ulteriori violenze, dichiararono di essere stati internati perché criminali comuni, una condanna all’oblio e una rinuncia alla giustizia. lo fece per quasi 50 anni anche pierre seel: si sposò, ebbe due figli e rimase in silenzio fino al 1982. poi, quando il vescovo di strasburgo parlò dell’omosessualità come di una malattia, decise di raccontare la sua storia. la si può leggere nell’autobiografia non tradotta in italiano: internato in un campo poco lontano da strasburgo, fu costretto dai nazisti ad assistere alla morte del compagno, sbranato da un branco di pastori tedeschi. oggi, a ripercorrere la sua vita, anche un documentario italiano: il rosa nudo di giovanni coda che nel 2013 ha vinto il gold jury prize come miglior film al social justice film festival di seattle. lavori forzati e brodo di erba: slavi e prigionieri politici sovietici nel campo di concentramento di gross-rosen le ss uccisero più di 65 mila prigionieri di guerra sovietici nutrendoli per sei mesi con un brodo di erba, acqua e sale. a mauthausen, in austria, ne vennero fucilati talmente tanti che la popolazione locale arrivò a lamentarsi perché le acque dei corsi d’acqua intorno al campo erano imbevibili a causa del loro sangue. i numeri di una tragedia seconda solo a quella degli ebrei secondo l’united states holocaust memorial museum, i prigionieri di guerra sovietici ebbero un numero di vittime, per mano della germania nazista, secondo solo a quello degli ebrei: di 3,3 milioni che erano – stimano – oltre la metà vennero uccisi. gli untermenschen, le popolazioni slave dal momento che erano considerati untermenschen (subumani) il piano nazista prevedeva che tutte le popolazioni slave e dell’est venissero sterminate. per quanto riguarda i polacchi, invece, il progetto era analogo ma più lento e strumentale alla crescita della germania: nel 1952 i nazisti ne volevano in vita 4 milioni per essere utilizzati come manodopera. a quel punto sarebbero stati privati di cure mediche e possibilità di riprodursi, in modo da essere eliminati. internati per la fede: il triangolo viola prima persero il lavoro, ogni fonte di reddito, l’assistenza sociale. poi, il 1° aprile del 1935, vennero dichiarati fuori legge. ma loro, i testimoni di geova, continuarono ad incontrarsi, a rischio della vita. nei campi di concentramento ne furono internati oltre 10 mila: a morire furono tra le 3 e le 5 mila persone. durissimo il trattamento riservato ai figli dei praticanti, nella ricostruzione di william shulman dell’holocaust resource center and archives di new york: prima discriminati dagli insegnanti, vennero poi espulsi dalle scuole e portati via dalle loro case per essere trasferiti in orfanatrofi. sembra che alcuni di loro siano stati cresciuti in case private da famiglie naziste: un modello che venne poi ripreso in argentina, all’epoca della dittatura, con i figli dei desaparecidos. pentecostali, la glossolalia come malattia mentale vittime dei piani di sterminio nazista furono anche i pentecostali. a rendere difficili le stime anche il battesimo dello spirito santo: una sorta di conferimento di potenza attribuito ai credenti e che si manifesta anche con la glossolalia, il fenomeno per cui una persona parla anche in lingue a lei ignote. considerata un disturbo psichico, portava i nazisti a classificarli anche come malati di mente. comunisti e socialisti, i prigionieri politici comunisti, socialisti, sindacalisti. sono centinaia le persone che i tribunali nazisti hanno condannato per “crimini politici”. chi non riusciva a fuggire all’estero veniva internato. ernst thälmann, ad esempio, leader del partito comunista tedesco dal 1925 e candidato alla presidenza della germania, venne internato per 11 anni prima di essere ucciso nell’agosto del 1944 a buchenwald. ausmerzen: lo sterminio dei disabili e dei malati di mente “ausmerzen ha un suono dolce e un'origine popolare. è una parola di pastori, sa di terra, ne senti l'odore. ha un suono dolce ma significa qualcosa di duro, che va fatto a marzo. prima della transumanza, gli agnelli, le pecore che non reggono la marcia, vanno soppressi”. sono le parole di marco paolini, che con il suo teatro sociale ha fatto conoscere al grande pubblico le atrocità del progetto aktion t4: lo sterminio di massa di disabili e persone con problemi psichici avvenuta prima della soluzione finale. uccisi da chi doveva curarli: medici e infermieri durante la prima fase del programma, nel 1939, si stima che siano state uccise 70 mila persone. dopo un’interruzione, riprese nel 1941: medici, infermiere e persino suore consenzienti uccisero i pazienti con iniezioni mortali e farmaci, a volte lasciandoli morire di fame. secondo l’united states holocaust memorial museum sono 250 mila le persone morte in questo modo: tra loro c’erano 5 mila bambini. sui libri di matematica: quanto si risparmierebbe senza di loro? in un libro di testo del 1936 – citato anche da roberto benigni nel film la vita è bella – compare un problema di matematica che dà la misura del lavoro che veniva fatto per convicere la società che non si trattava di persone, ma si subumani, come li definiva il regime: “il mantenimento di un ammalato mentale costa circa 4 marchi al giorno, quello di uno storpio 5,5 marchi, quello di un criminale 3,50. molti dipendenti statali ricevono solo 4 marchi al giorno, gli impiegati appena 3,5, i lavoratori manuali nemmeno 2 marchi al giorno. illustrate queste cifre con un diagramma. secondo stime prudenti sono 300mila i malati mentali, epilettici, ecc. di cui si prende cura lo stato. quanto costano in tutto queste persone a 4 marchi a testa? quanti prestiti matrimoniali a 1000 marchi l’uno potrebbero venir concessi sfruttando questo denaro?". "i bastardi della renania", la persecuzione dei mulatti il fatto che per i mulatti non esistesse un programma di sterminio di massa non impedì che venissero sottoposti alle peggiori torture: utilizzati come cavie umane, sterilizzati, imprigionati e spesso uccisi. quando la renania, dopo la prima guerra mondiale, venne occupata dalle truppe alleate, arrivarono anche i soldati francesi delle colonie, neri: i figli che ebbero con donne tedesche vennero chiamati "bastardi della renania". la citazione nel mein kampf hitler, nel suo libro, decide di incolpare gli ebrei della loro presenza in germania: "hanno portato i negri in renania - scrive - con il chiaro obiettivo di rovinare l'odiata razza ariana con la risultante ed inevitabile bastardizzazione".

Auschwitz, 70 anni dall'orrore

La ricorrenza per ricordare le vittime del genocidio nazista



Si stima che circa 1,3 milioni di persone siano state deportate nel lager tra il 1940 e il 1945. di queste, almeno 1,1 milioni vi morirono. il più grande campo di concentramento nazista e di sterminio sistematico è oggi il simbolo della shoah.

lunedì 26 gennaio 2015

Dubsmash, a Napoli è Gomorra-mania nei video selfie „Dubsmash, a Napoli è Gomorra-mania nei video selfie“

Dubsmash, a Napoli è Gomorra-mania nei video selfie
L'applicazione per iOs e Android permette di sovrapporre ad un video selfie l'audio di una citazione più o meno famosa. In città, è la serie dei Savastano ad andare per la maggiore



Dubsmash, a Napoli è Gomorra-mania nei video selfie
Se siete stati su facebook più di pochi secondi, negli ultimi giorni, non può non esservi capitato di trovarvi tra le “notizie” qualche amico che - d'improvviso - posta video in cui parla come uno dei protagonisti della serie tv Gomorra.
È merito dell'applicazione made in Germany Dubsmash, la più scaricata della settimana sia per iOs che per Android. In pratica, il programma registra video-selfie applicandogli successivamente l'audio di una “citazione famosa” a scelta dell'utente.


Potrebbe interessarti:http://www.napolitoday.it/cronaca/dubsmash-video-selfie-gomorra-citazioni.html
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L’APP DEL MOMENTO È “DUBSMASH”, I VIDEO DIVENTANO VIRALI SUL WEB


Sembra essere diventata irresistibile, tutti hanno ceduto e continueranno a cedere al fascino della nuovissima applicazione “Dubsmash”. Divenuta nota al pubblico da poco tempo, tale applicazione che ci permette di effettuare dei video-selfie con sottofondi di canzoni o di citazioni di film o citazioni di personaggi dello spettacolo è divenuta in poco tempo un vero e proprio fenomeno.



I video realizzati con Dubsmash sono in pochissimo tempo diventati virali ed il suo successo non sembra essere pronto ad arrestarsi anzi al contrario sono ogni giorno sempre di più gli utenti che si divertono ad utilizzarla realizzando anche il sogno di doppiare alcune parti di film molto famosi o di doppiare le voci di grandi artisti della musica.

In pochi giorni Dubsmash ha raggiunto già milioni di persone che hanno scaricato l’app e il web è ricco di video musicali. Tra le voci presenti nell’app troviamo la voce del senatore Antonio Razzi, quella di Jovanotti, Silvio Berlusconi, Alo Giovanni e Giacomo e tanto altro ancora.

Apple brevetta il P2P con licenza



Nei giorni scorsi Apple si è vista riconoscere un brevetto che descrive una modalità per la condivisione in modalità peer-to-peer di contenuti digitali protetti senza sollevare problemi di pirateria. Il brevetto, titolato "Decoupling rights in a digital content unit from download", ipotizza un sistema dove gli utenti possano scambiare e condividere liberamente tra di loro file audio o video i quali diventerebbero però fruibili dopo aver acquistato una apposita licenza.

Il sistema opererebbe di fatto in maniera simile ad AirDrop, che già permette ai dispositivi Apple di condividere documenti e contenuti in maniera immediata. Se il contenuto è protetto da sistemi DRM, però, AirDrop non lo può condividere. Nel brevetto depositato da Apple questa eventualità viene superata: qualora infatti un utente ricevesse un contenuto protetto, non dovrà fare altro che collegarsi allo store di riferimento e ottenere la licenza d'uso del contenuto.

I benefici di questo sistema sono senza dubbio per i proprietari degli store digitali, quindi per la stessa Apple in ottica iTunes: lo scambio di contenuti tra utenti permetterebbe infatti di ridurre i costi di gestione e mantenimento del servizio, dal momento che il trasferimento di licenze è compito indubbiamente meno oneroso rispetto al trasferimento di contenuti interi.


Qualche beneficio anche per l'utente, laddove un sistema di questo tipo potrebbe gettare le basi per un modello di business a prezzi differenziati: prezzo pieno per chi scarica il contenuto dallo store e un prezzo scontato per chi invece scarica solamente la licenza.

Certo si tratta di un brevetto che desta qualche perplessità, dal momento che va in controtendenza rispetto alla filosofia "DRM-free" che ora sembra andare per la maggiore. Il sistema per poter funzionare dovrebbe inoltre prevedere un qualche genere di incentivo perché l'utente sia effettivamente interessato a scaricare il contenuto a prezzo pieno e non preferisca, invece, aspettare che qualcun altro lo condivida e possa quindi entrarne in possesso ad un prezzo ridotto acquistando semplicemente la licenza.

E' comunque opportuno tenere presente che sebbene il brevetto sia stato approvato solamente nelle scorse settimane, la documentazione è stata depositata nel corso del 2011 (si potrebbe trattare quindi di un'idea ormai vecchia e superata dalle nuove logiche del mercato) e che comunque moltissimi dei brevetti registrati da Apple nel corso della sua storia non hanno mai trovato concretizzazione nei vari prodotti/servizi commercializzati.

Samsung presenta la prima Flip Cover con ricarica Qi per Galaxy Note 4

Nonostante Samsung Galaxy Note 4 non disponga del supporto per la ricarica wirelessintegrato (ma dovrebbe arrivare sul prossimo top gamma), come già fatto in passato per altri dispositivi, la casa coreana ha rilascio una Flip Cover con apertura a libro e finestrella anteriore implementando al suo interno anche un chip per la ricarica wireless. All'apparenza sembra una cover come tante altre, ma aprendola noterete subito una sottile piastra bianca o grigia posta vicino alla griglia dell'altoparlante che nasconde appunto il chip wireless Qi.
S-View Flip cover Qi sarà disponibile anche come back cover normale sia in bianco che nero e il design del dispositivo non viene assolutamente stravolto, mentre i prezzi resi noti per il momento solo sul mercato americano partono da 29.95$ per la prima e 59,95$ per la versione a libro.

Snapdragon 810 riscalda, Samsung non lo vuole e Qualcomm lo aggiorna per Galaxy S6


I presunti problemi di surriscaldamento di Qualcomm Snadragon 810 non hanno fermato vari produttori dall'inserirlo nei dispositivi di fascia alta della propria line-up. Tuttavia, Samsung aveva minacciato di integrare solo SoC Exynos all'interno di Galaxy S6, un pericolo che, stando alle indiscrezioni degli scorsi giorni, Qualcomm sta cercando di aggirare aggiornando il suo microprocessore in base al volere dei coreani.

La prima ad aver annunciato un dispositivo con Snapdragon 810 è stata LG, con G Flex 2. La società aveva in seguito informato che il calore sprigionato dal SoC non rappresentava un problema insormontabile, e che sul G Flex 2 era riuscita a gestirlo in maniera ottimale. Una notizia certamente positiva, ma che in effetti fa pensare che il SoC top di gamma di Qualcomm, lo stesso che potrebbero integrare molti smartphone e tablet del 2015, potrebbe avere temperature di funzionamento più elevate del dovuto.

Samsung non può sbagliare con Galaxy S6: la società ha ottenuto buoni risultati finanziari in assoluto negli scorsi trimestri, tuttavia relativamente all'anno precedente il declino nei profitti è stato evidente. Vittima di un mercato aggressivo in cui i produttori cinesi vantano la crescita maggiore, la società è stata accusata di aver realizzato dispositivi troppo conservativi e di scarsa qualità in relazione ai materiali utilizzati. Ma dall'altra parte, nemmeno Qualcomm vuole perdere un cliente così forte.

Samsung è, fra i produttori Android, quello a vantare i risultati economici e di vendita più evidenti, e Galaxy S la famiglia più popolare. Perdere il brand Snapdragon sul "re commerciale" dei dispositivi Android sarebbe un duro colpo dal punto di vista dell'immagine per il produttore di chip americano, ed è proprio questo il motivo per cui quest'ultimo avrebbe rimesso in discussione alcune delle fasi di progettazione di Snapdragon 810, migliorandolo in alcuni suoi aspetti.

Il SoC dovrebbe comunque essere ormai pronto ed è improbabile che possano venire attuate grandi manovre in fase di correzione. LG, inoltre, ha fatto notare che i livelli di calore generato dal SoC non sono così estremi da non poter essere curati con un design appositamente strutturato: G Flex 2 è stato realizzato in base ai requisiti del processore in termini di dissipazione termica, in modo tale da non surriscaldarsi nemmeno dopo un uso prolungato del dispositivo.

Ma Samsung potrebbe essere più esigente in materia di design, con Galaxy S6 - in arte Project Zero - che dovrebbe tornare a dettare legge in un settore in cui la famiglia di prodotti coreani domina con sempre più fatica.

Samsung Galaxy S6 con fotocamera proprietaria



Diversi siti specializzati affermano che Samsung Galaxy S6 sarà dotato di fotocamera proprietaria da 20 Mpx. Il terminale potrebbe essere presentato a fine febbraio

Non dovrebbe mancare molto al lancio di Samsung Galaxy S6, che avverrà probabilmente al Mobile World Congress di Barcellona in programma a marzo. Come di consueto, nei mesi scorsi sono trapelati diversi rumors riguardo al nuovo terminale dell’azienda coreana, che sembra proprio non abbia abbandonato l’idea di acquisire BalckBerry. L’ultimo in ordine di tempo riguarda la fotocamera, che dovrebbe essere da 20 Mpx e realizzata direttamente in Corea del Sud.

Galaxy S6: fotocamera Made in Samsung e presentazione anticipata

Il sito inglese Etnews ha citato “fonti aziendali interne” a Samsung Electro-Mechanics, che avrebbero rivelato che Galaxy S6 sarà dotato di una fotocamera da 20 megapixel con stabilizzatore ottico dell’immagine (OIS) realizzata dalla stessa azienda coreana. In futuro si ipotizza che anche i dispositivi di fascia media potranno essere accessoriati con soluzioni da 16 Mpx molto più performanti rispetto a quelle attuali. Inoltre, Etnews e Bgr.com concordano che Galaxy S6 potrebbe essere svelato con 2 o 3 settimane di anticipo rispetto al MWC.

Al momento, quello che si conosce del nuovo dispositivo di fascia alta di casa Samsung è che avrà una scocca in alluminio e sarà disponibile in 3 versioni: una con schermo da 5.2 pollici YOUM, una con display Edge e una terza Double Edge. Il processore dovrebbe essere un Exynos proprietario, in quanto i chip Qualcomm Snapdragon 810 da 64 bit hanno registrato alcuni problemi di surriscaldamento.

Phil Spencer parla del neo annunciato HoloLens e di una possibile compatibilità con Xbox One



Durante l'evento dedicato a Windows 10,come ormai è noto a tutti, Microsoft ha presentato HoloLens, un visore che permette di proiettare ologrammi nell'ambiente circostante.

Il dispositivo tuttavia non sarà una periferica per computer, console, Tablet o Smartphone ma, sarà un dispositivo stand-alone. Microsoft è convinta che aver reso HoloLens un dispositivo a sé stante sia fondamentale per il successo del visore, nonostante ciò sembra che, il team di sviluppo sia già al lavoro per trovare il modo migliore per permettere a HoloLens di interagire sia con Xbox che con Windows.

Nel corso di una recente intervista Phil Spencer, capo della divisione Xbox, ha infatti parlato di quanto sia importante il lato gaming per un visore come HoloLens, dichiarando quanto segue :

 "Tutti noi pensiamo che sia fondamentale rilasciare HoloLens come dispositivo stand-alone ma, siamo anche convinti che il lato gaming giocherà un ruolo importante. Non esiste sul pianeta un dispositivo elettronico di successo che non contempli il lato gaming. Per HoloLens i giochi saranno importanti e stiamo già pensando a specifici scenari di utilizzo con Xbox."

Spencer ha inoltre voluto sottolineare che nonostante il neo annunciato dispositivo sia stato sviluppato per contrastare il popolare Oculus Rift e il visore di Sony, Project Morpheus, HoloLens è qualcosa di estremamente diverso in grado di donare un'esperienza unica che, unisce realtà aumentata e ologrammi.

Microsoft HoloLens, come spiegato durante l'evento dedicato a Windows 10, integra sensori avanzati, lenti olografiche, CPU e GPU in grado di capire voci, gesti e movimenti. Il visore non richiede alcun tipo di connessione al PC, allo smartphone o alla console e funziona in modalità wireless.

Grecia, Tsipras riceve l’incarico da premier. Intesa con la destra anti-rigore per il governo




Il leader di Syriza ha stravinto le elezioni con oltre il 36%, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta. I seggi mancanti arriveranno dal partito dei “Greci Indipendenti”

Il giorno dopo la festa e gli annunci con toni trionfalistici, per Syriza è il giorno degli accordi. Il 36,3% dei voti ricevuti infatti non bastano per raggiungere la maggioranza assoluta e così Tsipras ha ricevuto l’incarico da premier solo dopo aver stretto un accordo con il partito della destra nazionalista “Greci indipendenti”. 
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LA STRANA ALLEANZA  
La ricerca dell’alleato è durata poche ore e in mattinata è arrivato l’annuncio: «C’è un accordo». Il leader del partio anti-euro Panos Kammenos, al termine dell’incontro con Tsipras ha confermato che «da questo momento c’è un governo» aggiungendo che «i Greci indipendenti daranno il loro voto di fiducia» all’esecutivo. L’accordo fra la sinistra di Syriza e la destra nazionalista di Greci indipendenti porta a un’alleanza insolita, che è cementata dalla comune avversità al programma di salvataggio di Unione europea e Fondo monetario internazionale. 
 
CHI È TSIPRAS, COSA VUOLE E CHI LO VOTA
 
 
FUORI DAL GOVERNO TO POTA’MI  
L’accordo tra Syriza e i Greci Indipendenti esclude l’altro partito che era in lizza per entrare nel governo, To Pota’mi (centrosinistra): «Non parteciperemo né gli daremo appoggio esterno dal momento che esso sarà formato con il partito Greci Indipendenti» ha spiegato il leader Stavros Theodorakis.  
 
PUTIN: “LAVORARE INSIEME”  
Il presidente russo, Vladimir Putin, si è congratulato con il leader di Syriza, Alexis Tsipras, per la vittoria alle legislative greche e gli ha augurato «successo nelle sue pubbliche attività in questo difficile momento». Il servizio stampa del Cremlino riferisce del telegramma di congratulazioni inviato dal leader russo. Nel suo messaggio, Putin ha espresso fiducia nel fatto che Russia e Grecia «continueranno la loro tradizionale e costruttiva cooperazione in tutti i settori e sapranno lavorare insieme, in modo efficace, per risolvere problemi vitali per l’Europa e a livello globale». 
 
LE PEN: “SCHIAFFO ALL’UE”  
Con la vittoria della sinistra radicale di Syriza «il popolo greco ha dato uno schiaffo democratico mostruoso all’Unione europea» ha spiegato la leader del Front National francese, Marine Le Pen, che aveva auspicato la vittoria di Syriza in chiave anti-Ue, ha esultato per il trionfo del partito di Alexis Tsipras che formerà il nuovo governo con la destra anti-austerità dei Greci indipendenti. «Penso che questo sia il primo risultato della sofferenza senza precedenti subita dal popolo greco sotto l’influenza dell’Unione europea negli ultimi anni», ha affermato Le Pen, intervistata dalla radio francese “Rtl”.