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martedì 27 gennaio 2015

Svolta per Apple: vende più iPhone in Cina che negli Usa

Secondo gli analisti, nell'ultimo trimestre dell'anno si è registrata la clamorosa inversione: ci sarebbero 2 milioni di pezzi di differenza tra le vendite asiatiche e quelle domestiche. Cupertino, a differenza di Samsung, è riuscita a costruirsi una posizione in un mercato dominato dal low-cost

La rotazione dell'asse economico terrestre verso Est non è certo una novità degli ultimi giorni, ma ci sono momenti per certi versi 'storici' di questo spostamento di potere. Uno deci simboli della modernità, del consumismo e di un certo tipo di impresa industriale è senza dubbio l'iPhone. Ebbene, secondo gli analisti questa settimana Apple annuncerà che per la prima volta nella sua storia ne ha venduti più in Cina che negli Stati Uniti.

Secondo la ricostruzione del Financial Times, la svolta è stata sostenuta dalla partnership del colosso di Cupertino con China Mobile, il maggior operatore telefonico del Paese asiatico, e soprattutto dopo il rilascio - nello scorso ottobre - dei nuovi iPhone 6 per il mercato cinese.

A differenza di quanto avvenuto per Samsung, che ha perso notevoli quote di mercato in Cina pagando la concorrenza della locale Xiaomi, Apple sembra dunque aver imboccato la via giusta. Il numero uno di Cupertino, Tim Cook, già nel 2013 aveva dichiarato di aspettarsi che la Cina sarebbe diventata la maggiore fonte di ricavi per la società americana, scalzando proprio gli Usa. Quanto al device, l'iPhone conta per oltre la metà delle vendite di Apple e per una quota ancora maggiore dei suoi profitti.

Secondo gli analisti di Ubs, nell'ultimo trimestre la Cina ha pesato per il 36% delle consegne di iPhone, contro il 24% accreditato agli Stati Uniti. Nello stesso periodo dell'anno precedente la proporzione era diversa: il 29% delle vendite negli States e il 22% a Pechino. In valore assoluto, Ben Bajarin, analista di Creative Strategies, spiega all'Ft che la differenza negli ultimi tre mesi tra le vendite Usa e in Cina dovrebbe essere di 2 milioni di pezzi, a favore di quest'ultima. Alla luce di questi numeri, Cupertino non deve cedere a facili entusiasmi: in Cina ha ottime potenzialità, ma il mercato asiatico resta dominato dai prodotti low-cost.

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