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sabato 31 gennaio 2015

Galaxy S6 senza Snapdragon 810 Arriva Conferma di Entrambi

Qualcomm conferma di aver perso un grande cliente. Il suo nome non è noto, ma tutti gli indizi portano a Samsung. Il Galaxy S6 integrerà un chip Exynos.



Integrerà quindi un processore Exynos 7 Octa. I chip Exynos, prodotti dalla stessa Samsung, sono stati finora utilizzati solo in Corea del Sud. Questa volta dovrebbero trovare posto anche negli smartphone venduti in Europa e Stati Uniti.

sabato 29 novembre 2014

Tablet in crisi? Le tavolette non vendono più come prima


Negli ultimi anni sembrava proprio che i tablet avessero imboccato la strada per un successo inarrestabile, tanto è vero che in più di una occasione abbiamo espresso qualche riflessione in merito alla minaccia giocata da queste tavolette elettroniche per l’intero comparto dei Pc desktop.
Eppure, stando ai dati diffusi da IDC relativi alle vendite dei tablet, sembra che la situazione abbia preso una piega effettivamente inaspettata. I ricercatori di IDC hanno infatti rilevato che se nel 2013 la crescita di questo mercato segnava +52%, relativamente all’anno in corso i tablet hanno segnato un incremento davvero timido del 7,2%: in un solo anno il mercato dei tablet è praticamente crollato.
Per quanto sia sempre troppo semplicistico dare una risposta univoca a questo tipo di questioni, gli analisti di IDC ritengono che alla base di questo tonfo vi sia una crescita dei pc ibridi, ovvero di quei tablet che possono facilmente trasformarsi in netbook e viceversa. I pc ibridi uniscono le comodità di un tablet con quelle di un pc, mantenendo un design spesso accattivante e prezzi che ultimamente sembrano persino essere in calo.
Per quanto riguarda i sistemi operativi, a guidare il settore è ancora una volta Android con 159 milioni di tablet commercializzati, seguito da iOS con circa 65 milioni di vendite portate a termine e Windows che attualmente rappresenta un mercato pari a 11 milioni di unità.

giovedì 27 novembre 2014

Quanto si guadagna con YouTube? Come fare successo.


Youtube è il più grande e conosciuto sito in cui si condividono e guardano video, dove ogni minuto vengono caricate circa 100 ore di video e dove in ogni istante milioni di persone si riversano durante la loro navigazione.

Una mole così grande di utenti e dati può aprire scenari molto interessanti se ti interessa guadagnare su internet.

Innanzitutto chiariamo che guadagnare con YouTube è possibile, ma come la quasi totalità dei metodi seri per guadagnare soldi grazie ad internet, richiede costanza, impegno e dedizione.

Nel concreto vediamo come monetizzare i video su YouTube:

Attivare la monetizzazione

Se i video che hai caricato sono originali e di qualità dalle impostazioni dell’account YouTube ti sarà possibile attivare la monetizzazione: in pratica avrai diritto ad una parte degli incassi derivati dalla pubblicità mostrata all’interno dei tuoi video.

Mediamente riuscirai a guadagnare 1€ ogni 150 visualizzazioni del tuo video: questo significa che per guadagnare cifre interessanti i tuoi video dovranno essere visti da molte persone. Tuttavia bisogna mantenere la calma: non si tratta di nulla di impossibile, ci sono al mondo migliaia di storie di successo, di gente che grazie a video non troppo elaborati è riuscita a guadagnare un bel gruzzoletto e continua a farlo giorno dopo giorno. Con un video di 150.000 visualizzazioni riusciresti a guadagnare almeno 1000 €

Quando carichi un video, lo stesso è disponibile sul tuo canale potenzialmente per sempre, quindi un video realizzato oggi potrà portare visite e conseguentemente guadagni anche nel futuro: così se produci periodicamente dei video dopo un po’ di tempo potrai contare su molte diverse possibilità di guadagno.

sabato 22 novembre 2014

Google offre 1 TB di unità di archiviazione gratuita con un Chromebook Acquistato

Se state pensando di acquistare un Chromebook durante la stagione delle vacanze, ora è un buon momento per farlo. Google ha addolcito il piatto offrendo 1TB gratis su Google Drive cloud storage per due anni con l'acquisto di un nuovo Chromebook. Ha detto il Google Manager Alex Vogenthaler in un post sul blog. "Con molto spazio libero, è possibile utilizzare il Chromebook per il lavoro, il gioco, e praticamente tutto il resto lo farai in questo periodo di festa."

Al fine di aggiudicarsi 1 terabyte di spazio sul disco, i consumatori avranno bisogno di acquistare un nuovo,  Chromebook per il prezzo minimo di $ 199. Tuttavia, i nuovi proprietari Chromebook dovranno farlo prima del 1 gennaio 2015 per utilizzare l'offerta per sfruttare l'affare. Se state pensando di acquistare un Chromebook, quindi sentitevi liberi di scegliere tra Acer C70 o Lenovo N20p.

mercoledì 19 novembre 2014

Google libera di decidere i risultati delle ricerche

La sentenza da parte di un giudice americano dà ragione al colosso dei motori di ricerca

È tempo di sentenze, soprattutto per Google che in questi mesi è finito spesso nel mirino dei vari garanti della privacy, dell'antitrust e dei giudici della corte suprema. L'ultima notizia in ordine di tempo riguarda una controversia di parecchio tempo fa;un'accusa da parte di CoastNews che riteneva di avere un posizionamento troppo basso nelle ricerche su Google. Coastnews (che su altri motori di ricerca aveva posizionanti più lusinghieri) ha deciso di portare Google in giudizio accusandolo di un posizionamento doloso e ingiusto in quanto concorrente di Big G.

E invece è arrivata la doccia fredda. Il giudice ha decretato che il colosso digitale può mostrare e organizzare i risultati di ricerca del suo motore online nell'ordine che preferisce come stabilisce il primo emendamento della costituzione sulla libertà di espressione. Si tratta dunque di un precedente importante anche perché negli USA le decisioni dei giudici "fanno giurisprudenza" e vengono utilizzate nei processi successivi.

WhatsApp, svolta per la privacy: arrivano le chat criptate

Svolta pro-privacy di WhatsApp. La chat più popolare al mondo finita di recente alla ribalta per la doppia "spunta blu" - il sistema di notifica di lettura visto dagli utenti proprio come un'intrusione nel proprio privato - secreta i messaggi con un sistema "approvato" anche da Edward Snowden. 

L'applicazione di proprietà di Facebook adotta la crittografia "end to end" che protegge le comunicazioni da occhi indiscreti durante il trasferimento dei messaggi da un utente all'altro. La mossa segue di qualche giorno l'apertura del social network di Mark Zuckerberg a Tor, il sistema di comunicazione anonima su Internet. Per il momento la protezione dei messaggi di WhatsApp riguarda solo il sistema operativo Android e le chat singole. Non si estende ai messaggi di gruppo e ai file multimediali e dovrebbe arrivare in un secondo momento su altre piattaforme, (iOS di Apple, Windows di Microsoft e Blackberry).

«Sebbene siamo ancora nelle prime fasi della distribuzione crediamo che questo rappresenti già il più grande utilizzo della comunicazione criptata end-to-end nella storia», spiega sul suo blog "Open Whisper Systems", la realtà con cui WhatsApp ha collaborato per criptare la chat. Open Whisper Systems ha già sviluppato TextSecure, un'applicazione ma anche un protocollo adattabile ad altre app che può essere utilizzato al posto degli sms per inviare messaggi in maniera più sicura da intrusioni esterne, anche dagli hacker.

L'organizzazione non commerciale è molto apprezzata da attivisti pro-privacy tra cui lo stesso Edward Snowden che ha fatto scoppiare il Datagate. Il sistema adottato da WhatsApp blinda le comunicazioni in modo che possano essere lette unicamente da chi le invia e da chi li riceve e nessun altro, WhatsApp compresa. Ed è una garanzia non da poco per i suoi 600 milioni di utenti attivi mensili.

Nella svolta "secretazione" potrebbe aver influito il passato del co-fondatore della chat, Jan Koum, cresciuto nell'Ucraina degli anni '80 quando il paese ancora faceva parte dell'Unione Sovietica e le comunicazioni erano sotto controllo. Secondo il blog specializzato "The Verge", l'operazione sulla chat sarebbe iniziata poco dopo l'acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per 19 miliardi di euro. E proprio pochi giorni fa lo stesso social network si è aperto agli utenti di Tor, il sistema di comunicazione anonima su Internet: potranno accedere alla piattaforma con un indirizzo web "ad hoc" che consente di non perdere le protezioni crittografiche e di conseguenza non vedere monitorato il loro traffico sulla piattaforma
.

lunedì 17 novembre 2014

Sony: dopo il grande successo, è ora di pensare a PS5


Le stime evidenziano un fatturato record, grazie soprattutto al successo di PlayStation 4, l'innovativa console da gioco SONY, che nel primo quadrimestre del 2014 ha venduto oltre 3,5 milioni di unità. SONY, però, non si è adagiata sugli allori, sta continuando lo sviluppo della sua console, che ha visto un picco delle vendite nell'ultimo periodo.



NUOVA XBOX TWO


Le stime evidenziano un fatturato record, grazie soprattutto al successo di XBOX ONE, l'innovativa console da gioco di Redmond, che solo 23.500 unità sono state vendute in 3 giorni, non riuscendo neppure a superare la precedente console Microsoft; difatti, in ancora meno giorni, di Xbox 360 ne erano state vendute più di 60.000. Microsoft, però, non dimentica i videogiocatori più classici, continuando lo sviluppo della sua console Xbox che ha visto un picco delle vendite nell'ultimo periodo.


sabato 15 novembre 2014

LG G4 : avrà multitasking intelligente con tecnologia Molaspiccy

Oggi parliamo dello smartphone più atteso dai fan della LG.

Si tratta dello smartphone LG G4


Ma andiamo a capire quali sono le qualità del nuovo top di gamma. 

Fotocamera con Sensore Optima da 27,9. Mpx. Blasting Flash a triplo led per foto notturne perfette. Techradar Movement per video fluidi anche in caso di forte tremolio. 

Processore KES 2015 octacore a 1,4ghz 
Con tecnologia May Show che lo spinge fino a 1,8ghz ovviamente con architettura a 64bit

Per quanto riguarda la RAM abbiamo ben 4GB, con una nuova gestione del multitasking sviluppata da casa LG chiamata Molaspiccy

Nei prossimi giorni dovrebbero uscire altri rumors, noi vi terremo informati!

sabato 25 ottobre 2014

THE EVIL WITHIN – RECENSIONE

THE EVIL WITHIN – RECENSIONE


Titolo: The Evil Within
Sviluppatore: Tango Gameworks
Distributore: Warner Bros. Interactive entertainment.
Data di uscita: 14 ottobre 2014
Piattaforma: PC, PS3, Ps4, Xbox 360, Xbox One
Numero di giocatori: Singolo
Nel lontano marzo del 2005, dopo quasi sei anni di sviluppo, Capcom e il geniale game designer Shinji Mikami rilasciano in esclusiva (rivelatasi decisamente temporanea) per GameCube una delle pietre miliari della Storia videoludica, Resident Evil 4. Un capolavoro intramontabile, che al contempo diede il via ad una serie di eventi che andarono irrimediabilmente a ridefinire totalmente un genere, quello dei survival horror, che fino a quel periodo vantava un discreto successo di pubblico. La prima vittima illustre che non seppe sfruttare appieno l’eredità lasciata da questo titolo fu paradossalmente la stessaCapcom e la sua saga di punta Resident Evil, la quale, dopo la partenza di Mikami, piombò in un letargo così profondo da durare tutt’ora. E di li a poco, fu un ecatombe e il parziale riassestamento del genere survival horror. Inaspettatamente nel 2008, un team del colossoEARedwood Shores, oggi conosciuto come Visceral Games, realizzò il fanta-horror Dead Spacedimostrando al mondo che era possibile ripartire dalle solidissime basi di Resident Evil 4 e creare horror di livello altissimo senza perdersi nelle nuove meccaniche action introdotte dal gioco (tra l’altro riprese da tutti i giochi in terza persona sia di ieri che di oggi). Dopo un’iniziale successo con i primi due capitoli della serie, anche Dead Space cominciò a perdere smalto, con un terzo capitolo molto più improntato all’azione che riaprì i dubbi sull’effettiva morte del genere, nonostante l’importante apporto del settore indie, che, seppur in piccole dosi, riuscì a mantenere in vita il survival horror. Nel frattempo, lo stesso Mikami, nonostante fosse consapevole di aver creato un vero e proprio gioiello del mondo dei videogame, non riusciva a darsi pace di non aver potuto realizzare il vero Resident Evil 4 che lui aveva originariamente pensato (a causa delle pressioni di Capcom ai tempi dello sviluppo). Così, dopo aver girovagato silenziosamente per il settore videoludico con giochi come Vanquish e Shadows of the Damned, ecco che nel 2013 il padre dei survival horror accompagnato dal suo nuovo team Tango Gameworks annuncia, in collaborazione conBethesda, il suo ritorno nel genere da lui stesso creato: The Evil Within. Un anno dopo, eccoci qui a recensire l’ultima opera del Maestro dell’orrore. Sarà valsa la pena aspettare?
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Losing our minds
Dopo questa lunga introduzione, parliamo finalmente di questo The Evil Within, partendo dalla trama. Se siete fan di vecchia data di Resident Evil, una delle cose che saprete sicuramente è che la trama non ha mai avuto (se non in particolari casi) una grande rilevanza all’interno dei giochi griffati Mikami. In The Evil Within, sorprendentemente, abbiamo potuto constatare una discreta cura per il plot narrativo. Nonostante sia ben giusto chiarire che non ci troviamo di fronte una sceneggiatura da oscar, possiamo sicuramente confermare che è stato svolto un buon lavoro per coinvolgere il giocatore a progredire nei quindici capitoli che compongono la campagna del titolo Bethesda. Tutto ha inizio in una piovosa giornata nei pressi della fittizia cittadina di Krimson City, dove il detective Sebastian Castellanos e i suoi due colleghi vengono chiamati d’urgenza a recarsi presso il Beacon Mental Hospital. Una volta giunti sul luogo, i poliziotti scoprono che l’istituto di sanità mentale è teatro di un raccapricciante genocidio di pazienti, inservienti e altri agenti di polizia. Analizzando la scena del crimine in attesa di rinforzi, Sebastian trova un nastro contenente le registrazioni precedenti al delitto, dove è possibile notare un losco individuo tramortire a morte tre agenti. Neanche il tempo di preoccuparsi, ed ecco che l’uomo apparentemente responsabile del delitto colpisce alle spalle il nostro eroe, facendolo svenire. È l’inizio di un incubo nel quale mondo reale e surreale si alternano ad intervalli regolari senza far realmente capire al giocatore la sostanziale differenza tra i due.
Tutti a lezione
Fatti i giusti accenni alla trama, veniamo ora al cuore pulsante dell’opera horror di Mikami, il gameplay, di cui parleremo in questo e nei seguenti paragrafi. In The Evil Within c’è molto di Resident Evil 4, e della serie in generale, e questo non può che essere un bene. Non ce ne vogliano il quinto e sesto capitolo della saga, ma verrebbe da dire che The Evil Within è il miglior Resident Evil dopo la pubblicazione del quarto. Partiamo dal feeling con il nostro alter ego digitale. Sebastian, nonostante sia un detective ed agente sul campo di lunga data, non è un macho man in grado di fare a pezzi qualsiasi cosa si ritrovi ad affrontare, bensì si comporta esattamente come una persona normale farebbe in una situazione del genere. I suoi movimenti sono piuttosto goffi (malgrado un certo atletismo di fondo), per una scelta voluta appositamente dagli sviluppatori per non consegnare il solito super atleta in grado di far sentire onnipotente anche una scimmia al controller dopo un po’ di pratica e per accentuare il realismo (che per molti oggigiorno significa solo grafica, sbavando per texture ultra definite piuttosto che per un vero senso di realismo tra le mani ndr). Inoltre, la mira del nostro Sebastian non è precisa al millimetro, sbilanciata dal movimento involontario delle mani, anche qui scelta ponderata, per evidenziare come il personaggio sia soggetto a tensione e ansia durante il puntamento dell’arma verso una creatura da incubo. Questi due particolari sono stati criticati da molti durante queste prime settimane di rilascio, ma, sinceramente, dovrebbero essere pregi piuttosto che difetti, dato che stiamo parlando di Survival Horror e non di action alla Uncharted, dove il protagonista è praticamente un dio in terra. Giusto per chiarire, mettere in dubbio queste meccaniche (difficoltà di movimento e di mira), da sempre parte integrante di una buona esperienza di sopravvivenza in un mondo terrificante, probabilmente significa avere una quanto meno scarsa conoscenza del genere e un bel ripasso generale non farebbe male a nessuno. Critiche inutili contando che, grazie all’eccellente sistema di power up del personaggio presente nel titolo, è possibile ridurre sensibilmente questa oscillazione e rendere la mira più stabile, oltre alle altre numerose caratteristiche potenziabili. Il soothing system rimane eccellente, la degna evoluzione survival del sistema di Resident Evil 4.
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Varietà dell’orrore
La parola d’ordine di The Evil Within è sicuramente “varietà”, di situazioni e soprattutto di approccio. Il già ottimo sistema sparacchino si alterna sapientemente alle meccaniche stealth introdotte nel titolo, che ricordano da vicino quelle ammirate in The Last of Us. Questa dualità del titolo è dovuta al fatto che le munizioni sono tutt’altro che abbondanti all’interno del mondo di gioco, invogliando il giocatore a comprendere quando è il momento di dare sfoggio del proprio arsenale e quando posare la pistola e agire nell’oscurità. L’introduzione più bella e soprattutto originale riguarda le trappole. Gli scenari di gioco sono letteralmente pieni di marchingegni in grado di farci molto male… ma procediamo con ordine. Per prima cosa, tutte le trappole possono avere una doppia valenza: possono essere disattivate o utilizzate a nostro vantaggio contro i nostri avversari. Se si decide di scomporle, otterremo dei componenti che ci permetteranno di creare i dardi per la nostra balestra Agonia, arma di un ecclettismo devastante, con la quale escogitare a nostra volta un vero e proprio campo minato per i nemici. I dardi di Agonia sono ben sette, e svolgono un sacco di funzioni, dal semplice arpione ad una bomba di prossimità posta sulla punta del dardo, fino ad arrivare perfino a dardi congelanti e velenosi. Insomma, quando un’arma da sola rappresenta così bene lo stile del gioco c’è solo da applaudire e basta. Un fattore, questo, che viene enfatizzato durante le boss fight, moltissime e alcune veramente ispiratissime, dove aver la meglio sul bestione di turno non significa per forza di cose bombardarlo di piombo, ma organizzare una giusta strategia con la quale avere la meglio con il minimo spreco di munizioni. Non abbiamo ancora finito qui per quanto riguarda la varietà. Spesso, durante il primo playthrough, ci si ritroverà davanti ad avversari troppo forti o insistenti per noi, che dovremo lasciar perdere inizialmente, ma una volta finito il gioco e potenziati a dovere, potremo tornare (anche grazie alla libera scelta dei capitoli una volta terminato il titolo almeno una volta) e batterli, ottenendo diverse ricompense più o meno utili. Questa è varietà, signori, e al giorno d’oggi è merce rara.
Voglia di gel
In The Evil Within è possibile ritrovare in casse e sui corpi dei nemici una particolare sostanza, denominata gel verde. In che cosa consiste? Beh, è a tutti gli effetti la valuta con la quale poter potenziare le caratteristiche e le armi a nostra disposizione. Un sistema di potenziamento che prima abbiamo solo accennato e del quale in questo paragrafo parliamo approfonditamente. I potenziamenti sono suddivise in quattro categorie ben distinte: abilità, armi, riserva e dardi agonia. Le abilità riguardano principalmente Sebastian, dalla vita alla stamina disponibile per gli scatti per sfuggire ai temibili orrori disseminati nel mondo di The Evil Within. Potenziando le armi è possibile diminuire la “criticata” oscillazione durante il puntamento delle armi, aumentare le munizioni nel caricatore, i danni e i danni critici. Scegliendo di potenziare la sezione riserva, si aumentano le munizioni trasportabili delle armi, le riserve di stringhe, con le quali ricaricare la barra vitale in caso di necessità, e i fiammiferi (dei quali parleremo tra poco). Infine, arriviamo ai dardi per Agonia, aumentando la gittata, l’area di impatto e via dicendo. Potenziamenti per tutti i gusti.
the evil within
Vecchia scuola
Una delle cose che più ci ha fatto piacere trovare in The Evil Within sono i rimandi al passato di questo genere e delle saga di Resident Evil in generale. Citazioni che coinvolgono un po’ tutto il gioco: si passa da un capitolo evidentemente ispirato al capostipite della serieCapcom fino ad arrivare a due meccaniche che non fanno semplicemente comparsa, ma che diventano parte integrante di questa nuova opera di Shinji Mikami. La prima meccanica riguarda i fiammiferi. Come in Resident Evil Rebirth, il remake del primo capitolo per GameCube, in dirittura d’arrivo sulle console Sony e Microsoft in versione HD nei prossimi mesi, i nemici, una volta sconfitti possono essere bruciati. Questo procedimento evita ai nostri avversari eliminati in maniera non letale di resuscitare e crearci ulteriori problemi. Come tutte le risorse del gioco, anche i fiammiferi sono piuttosto rari da trovare e utilizzarli in maniera consapevole fa tutta la differenza del mondo. La seconda meccanica, che potremmo definire nostalgica, sono gli specchi, oggetti che ci permettono di trasportarci all’hub centrale del gioco, nel quale trovare oggetti collezionabili, la macchina dove attuare i potenziamenti e soprattutto salvare la partita. Sarà, ma io ancora oggi in giochi come questi prediligo i salvataggi manuali rispetto a quelli automatici (comunque presenti, garantendo checkpoint piuttosto equilibrati tra un salvataggio e l’altro). Gli specchi sono situati in zone sicure e il modo migliore per trovarle è usando l’udito, recandosi verso le dolci note di “Clair de Lune” di Claude Debussy, creando un’atmosfera piuttosto surreale. Tanto vecchia scuola, ok, ma di un impatto notevole.
L’arte del male
Veniamo a quello che riguarda gli aspetti artistici e tecnici del gioco. Partiamo dal comparto grafico/tecnico, vero e proprio neo all’interno della produzione di The Evil Within. La grafica, nonostante non giri a 1080p, non è malvagia, grazie anche ad effetti di luce di grande effetto e alle zone piuttosto buie che nascondo texture un po’ bruttine in alcuni casi. Nulla da dire per quanto riguarda le ambientazioni, uno dei numerosi fiori all’occhiello della produzione Tango Gameworks. Il motore grafico è evidentemente stato pensato per le console di vecchia generazione e su new gen e PC si vede. In più, dove la grafica ha alti e bassi (soprattutto nei filmati con pop up piuttosto evidenti) ci pensa il frame rate ballerino a inficiare ulteriormente l’opera sotto l’aspetto tecnico. Ottimo invece il sonoro, decisamente uno dei migliori degli ultimi anni, regalando al gioco un’atmosfera incredibile e di grande impatto.
The Evil Within Game Poster HD Wallpaper
Pure Evil
Possiamo dire ad occhi chiusi che The Evil Within è uno dei migliori esponenti del genere survival horror degli ultimi anni. Un gioco equilibrato, dotato di un connubio game design/level design veramente di altissimo livello. Un gameplay che non introduce nulla di nuovo, d’accordo, ma che unisce sapientemente lo stile di Resident Evil 4 con le meccaniche survival di The Last of Us, risultando di una completezza incredibile, checché se ne dica in giro. Peccato per le magagne tecniche che non possono non inficiare il voto finale. The Evil Within dimostra che si può creare un vero survival horror ancora oggi, senza se e senza ma. Un titolo imprescindibile per gli amanti del genere, un degno erede di Resident Evil 4.
Giudizio Finale
8.3PUNTEGGIO TOTALE
PUNTEGGIO UTENTI -(0 votes)
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PRO
- Atmosfera fantastica
- Gameplay eccellente
- Varietà incredibile
- Rimandi ai survival horror da applausi
CONTRO
- Graficamente old gen
- Frame rate ballerino
Tecnica7
Fattore Intrattenimento9
Fattore X9
Fattore X: Genere=Survival Horror: The Evil Within è uno dei migliori survival horror degli ultimi anni.
Maggiori informazioni sul sistema di valutazione a questo indirizzo.

venerdì 24 ottobre 2014

iOs 8.1 è stato rilasciato, pronti per scaricare e installare

Apple già la settimana scorsa aveva annunciato che avrebbe rilasciato iOS 8.1  e cosi è stato.

Se si dispone di un iPhone, iPad, o iPod, basta andare a Impostazioni> Generali> Aggiornamento software, la nuova versione potrebbe già essere pronta per il download e l'installazione.





Per i possessori di iPhone 6 e iPhone 6 Plus iOS 8.1 porta con sé il supporto per di Apple Pay, il nuovo portafoglio e il servizio di pagamento digitale della società resa possibile attraverso la tecnologia NFC e il sensore di impronte digitali Touch ID.
Oltre a molte correzioni di bug, il nuovo software è dotato di nuove funzionalità per foto, come ad esempio iCloud Photo Library ancora in versione beta. L'applicazione fotocamera ora vi avviserà quando non si ha spazio prima di catturare video time-lapse.
Per i dati cellulare, è ora possibile scegliere tra 2G, 3G, o reti LTE. Passbook  ha ottenuto il supporto per AirDrop. L'opzione Dictation per tastiere, separato da Siri, è stato aggiunto a Impostazioni. E, infine, le applicazioni HealthKit possono accedere ai dati in background.
Come possiamo vedere di seguito nell'aggiornamento:




I possessori di iPad, iPad Air, iPad Air 2, di iPhone 4s, iPhone 5, iPhone 5c, iPhone 5s, iPhone 6, iPhone 6 plus potranno godere dell aggiornamento.