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mercoledì 19 novembre 2014

Rai Way, debutto sprint a Piazza Affari


Debutto molto positivo per Rai Way, la società delle torri per la trasmissione del segnale radio e tv controllata dalla Rai, a Piazza Affari. Il titolo ha chiuso tonico a +4,68% e 3,08 euro rispetto a un prezzo di offerta a 2,95. La matricola ha offerto il 30,5% del capitale chiudendo il collocamento con una domanda due volte superiore all'offerta.
Soddisfatti i vertici, che per bocca del direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, presente questa mattina assieme, tra gli altri, al presidente di Rai Way Camillo Rossotto e il presidente del Gruppo, Anna Maria Tarantola, hanno sottolineato come «il successo dell'Ipo significa che c'è interesse per l'Italia, per le storie che potenzialmente possono aver successo». Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa italiana, si è invece detto «molto contento di dare il benvenuto a Rai Way sul mercato principale di Bora italiana la domanda è stata superiore di oltre due volte l'offerta e circa il 50% dell'istituzionale è stata assegnata ad investitori esteri». In fase di collocamento Rai Way ha raccolto 244,85 milioni di euro, con una capitalizzazione pari a circa 802,4 milioni.
Nell'ambito del collocamento istituzionale, sono arrivate richieste da 73 richiedenti (30 investitori qualificati in Italia e 43 investitori istituzionali all'estero), fra cui il fondo statunitense BlackRock, colosso del risparmio gestito molto impegnato sul fronte italiano. «Sono una settantina i fondi presenti - ha commentato Rossotto - io ne ho visti 120 e questo dà l'idea di quanto siamo stati interessanti. È un segnale importante, siamo riusciti a convincerli per l'unicità dell'infrastruttura». Nell'ambito dell'offerta le richieste sono ammontate a complessive 173.733.020 azioni, pari a una domanda che, al prezzo di offerta, è stata pari a 2,1 volte il quantitativo di azioni offerte.
Le azioni sono state assegnate a 69 richiedenti (27 Italia e 42 dall'estero). L'offerta globale si è conclusa lo scorso 13 novembre 2014, con richieste per complessive 173.733.020 azioni e una domanda che, al prezzo d'offerta, è stata pari a 2,1 volte il quantitativo di azioni offerte. In base alle richieste pervenute nell'ambito dell'offerta globale, sono state assegnate 95.000.000 azioni a 7.755 richiedenti.
La cessione di «Rai Way è una buona operazione. Il percorso di apertura al mercato procede. Si valorizza, non si svende». È il commento del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, affidato in serata a un tweet.

Iva agevolata su e-book

Emendamento del ministro della Cultura Franceschini alla legge di stabilità dopo la bocciatura di Bruxelles: «Un libro è un libro, l’imposta su quelli elettronici al 4%»

Il governo italiano sfida l’Ue e promette l’Iva agevolata per gli ebook. Lunedì Marco Zatterin su La Stampa svelava che, a causa dell’opposizione di decina di Stati, il tentativo di cucire il consenso a Bruxelles per rivedere la rotta risultava fallito. Risultato: da gennaio i volumi tradizionali saranno ancora assoggettabili all’Iva ridotta (4%), mentre sugli e-book graverà l’aliquota normale, che in Italia è del 22%. Un brutto pasticcio perché i prezzi aumenteranno e un’editoria già in difficoltà avrà nuovi problemi di domanda.  

Ma ecco che oggi Dario Franceschini riapre la partita e prova a correre ai ripari: «Ho appena presentato emendamento del governo per portare IVA Ebook al 4% Una battaglia giusta.», annuncia via Tweet il ministro della Cultura. «Un libro è un libro indipendentemente dal suo formato, solo un incomprensibile meccanismo burocratico può consentire un regime fiscale discriminatorio per gli ebook».

sabato 25 ottobre 2014

Grande manifestazione contro la riforma del mercato del lavoro Renzi

Grande manifestazione contro la riforma del mercato del lavoro Renzi



A Roma, centinaia di migliaia di persone si sono riunite per una manifestazione contro la politica del mercato del lavoro del premier Matteo Renzi.
Renzi vuole alleggerire la loro protezione contro il licenziamento.
Anche i membri del suo partito hanno manifestato contro Renzi.
Dimostrazione di massa contro le leggi sul lavoro
I manifestanti provenienti da tutta Italia sono accorsi insieme a Roma per protestare contro i piani del governo del primo ministro Matteo Renzi per una riforma del mercato del lavoro. Con fischi e bandiere rosse della CGIL, hanno chiamato al posto della riforma, la creazione di nuovi posti di lavoro e la sicurezza del lavoro.

La Cgil, che era anche l'organizzatore della manifestazione, il numero di partecipanti è pari a un milione di persone. E 'stata la prima manifestazione di massa contro la politica Renzis quando si è insediato nel mese di febbraio.

Tutela dell'occupazione deve essere rilassato



La disoccupazione giovanile in Italia è del 44,2 per cento. Molti professionisti ricevono solo contratti a breve termine. Renzi vuole rendere più facile per le aziende di licenziare i dipendenti, al fine di passare a nuove assunzioni. I suoi progetti includono anche un sistema in cui la protezione contro il licenziamento e le altre prestazioni sono aumentati con la durata del rapporto di lavoro.

Anche i membri del suo stesso partito sono contro i piani
La riforma è controversa anche all'interno Renzis Partito Democratico (PD), i membri della sinistra hanno preso parte alla manifestazione. Prendere Renzi diritto di limitare i diritti dei lavoratori, ma non fare nulla per affrontare la crisi economica fondamentale.

Manifestanti arrabbiati sono anche su misure di austerità, con l'aiuto d'Italia, saranno seguite le regole deficit UE. La Cgil a confronto Renzi già con l'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher. Capo del sindacato Susanna Camusso ha annunciato un'altra giornata di azione per l'8 novembre. "Useremo tutte le nostre forze per lottare per cambiare la politica del governo", ha detto. Proposte Renzis "non sono sufficienti a cambiare il modo in cui l'Italia è."

L'Italia è in una profonda crisi economica
Il Primo Ministro stesso ha vissuto a Firenze, dove ha parlato con i compagni di partito su posti di lavoro e investimenti. Il suo vice primo ministro Angelino Alfano criticando il sindacato: "Si protesta per difendere il passato, ma vogliamo costruire un futuro per i giovani."

L'Italia sta attraversando una grave crisi economica: Mentre il paese ha evitato la terza recessione degli ultimi sei anni. Il debito totale si prevede che una quota del prossimo anno 133,4 per cento del prodotto interno lordo portata - più del doppio rispetto a quello consentito. A causa del risparmio limitate e la riforma zelo Roma ha da temere che il progetto di bilancio viene respinto dalla Commissione europea e miglioramenti sono necessari.

lunedì 20 ottobre 2014

10 cose da sapere sull'economia cinese

La crescita rallenta e questo preoccupa gli economisti. Ma la Cina ha ancora molto di cui vantarsi in termini di produzione.

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Dopo più di vent'anni di crescita a due cifre, quest'anno l'economia cinese potrebbe crescere "solo" del 7,5%. Secondo gli economisti non è una buona notizia per nessuno: il solo debito pubblico cinese (su cui il governo il 29 luglio ha ordinato una verifica, ndr) non supportato dalla crescita del PIL sarebbe in grado di innescare una crisi finanziaria mondiale. Naturalmente non è detto che succeda. Ma nei mesi a venire l'economia del Dragone potrebbe guadagnare le prime pagine dei giornali anche da noi.
Ecco 10 cose utili (e curiose) da sapere...

1. 10 volte PIL
Dal 1978 ad oggi il PIL (prodotto interno lordo) della Cina è moltiplicato di dieci volte, facendo della Cina la seconda economia al mondo dopo gli Stati Uniti. Gli esperti sono convinti che entro il 2020 avverrà il sorpasso.

2I cinesi "possiedono" gli USA
La Cina possiede 1.200 miliardi di dollari in T-bonds, i titoli del tesoro americano, che corrisponde circa al 10% dell'intero debito pubblico Usa. Non solo: sono cinesi anche l'80% dei fornitori della catena di supermercati Walmart, i più amati dagli americani.

3. Ricchi e poveri
Più di 135 milioni di cinesi hanno un livello di reddito al di sotto della soglia di povertà. Si tratta di più del 10% della popolazione cinese.
Secondo l'Hurun Wealth Report un cinese su 1.300 possiede più di un milione di dollari. In totale nel paese ci sono 1 milione e 20 mila ricchi,  e di questi circa 63.500 hanno un patrimonio personale di oltre 10 milioni di euro.

4. Voglia di aria fresca, di computer e… cellulari
La Cina produce 80 condizionatori d'aria ogni mille persone, a fronte di 4,8 unità prodotte ogni mille persone nel resto del mondo. I computer prodotti invece sono 283 ogni mille persone (contro le 5,9 unità del resto del mondo).
Anche nei cellulari è imbattibile: China Mobile è il più grande provider di servizi per la telefonia al mondo, con un totale di 558,9 milioni di abbonati. E nel paese si producono 841 telefonini per 1.000 persone (sono solo 83,6 per 1.000 persone degli altri paesi).

5. Maiale a chi?
Il maiale è un animale molto apprezzato in Cina, tanto che appare stilizzato anche in alcuni ideogrammi, oltre che nell'oroscopo. Ma è soprattutto l'ingrediente base di molte cucine locali, al punto che ogni anno si producono 51,5 milioni di tonnellate di carne di maiale: circa il 50% dell'intera produzione mondiale.

6. Figli unici
Anche se la sua forza lavoro è stata in grado di produrre risultati sorprendenti nel corso degli ultimi vent'anni, il governo cinese cerca di limitarne la crescita attraverso la nota politica del figlio unico: le famiglie non possono avere più di un figlio. La legge è molto severa a riguardo e pare che - secondo un sondaggio - il 75% della popolazione approvi.

7. Campagna batte città
Secondo alcuni studi, entro il 2015, la popolazione urbana cinese dovrebbe raggiungere i 700 milioni di persone. Ad oggi rappresenta "solo" il 43% dell'intera popolazione che in gran parte continua a vivere nelle campagne, dove spesso sussistono situazioni di grande povertà e mancanza d'acqua e di trasporti.

8. La febbre del cemento
Il boom immobiliare cinese ha fatto sì che il paese arrivasse a produrre il 60% del cemento mondiale, modificando da un giorno all'altro il paesaggio metropolitano. Alcuni grattacieli di nuova costruzione però sarebbero già a rischio: a marzo una commissione d'inchiesta ha scoperto per esempio che nella città di Shenzen alcune aziende edili avrebbero usato cemento sotto costo, mettendo in pericolo la stabilità di almeno 15 palazzi.

9. La bolla in agguato
E c'è già chi parla di bolla immobiliare: in Cina si calcola ci siano 64 milioni di case vuote con intere città fantasma. Ma le costruzioni non si fermano e si prevede che il paese nel 2025 avrà un numero sufficiente di grattacieli da poter riempire 10 New York.

10. Natale in Cina
La Cina è considerata la fabbrica del mondo: tra le altre cose produce l'85% degli alberi di Natale artificiali e l'80% dei giocattoli di tutto il mondo. Senza di lei, insomma, addio Natale.

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